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Il marchio della Vita. Cercando una via immaginifica alla distruzione dell’esistente. Nucleo Olga FAI/FRI, Rivendicazione azione contro Roberto Adinolfi

Le idee nascono dai fatti, le parole accompagnate dall’azione portano il marchio della vita. Abbiamo azzoppato Roberto Adinolfi, uno dei tanti stregoni dell’atomo dall’anima candida e dalla coscienza pulita. Roberto Adinolfi ingegnere nucleare, amministratore delegato in carica dell’Ansaldo Nucleare, ha guidato in qualità di direttore tecnico il consorzio Ansaldo Fiat, creato per la progettazione degli impianti italiani di Montalto di Castro e di Trino Vercellese, in passato ha collaborato al rimodernamento del fu Superphenix e ha costruito gli impianti a Cernavoda in Romania. Prima che il nucleare ricadesse in disgrazia, è stato tra i maggiori responsabili insieme a Scajola del rientro del nucleare in Italia. Membro della commissione Unicem per la normativa nucleare e vice presidente della Società Nucleare Italiana, componente del Governing Board della piattaforma tecnologica europea Sustainable Nuclear Energy. Pur non amando la retorica violentista con una certa gradevolezza abbiamo armato le nostre mani, con piacere abbiamo riempito il caricatore. Impugnare una pistola, scegliere e seguire l’obiettivo, coordinare mente e mano sono stati un passaggio obbligato, la logica conseguenza di un’idea di giustizia, il rischio di una scelta e nello stesso momento un confluire di sensazioni piacevoli.

Un piccolo frammento di giustizia, piombo nelle gambe per lasciare un imperituro ricordo di quello che è ad un grigio assassino.

L’obiettivo è uno scienziato incolore, un tecnico, parola tristemente di moda in questi tempi che dietro una fittizia neutralità nasconde la longa manus del capitale, un dirigente poco incline a comparire alla ribalta, nello stesso tempo un responsabile scellerato che non solo ha progettato e rimodernato centrali nucleari che hanno fatto e continuano a fare morti in giro per il mondo.

Non solo ha progettato od ha collaborato nella gestione di centrali mortifere ma ne ha promosso l’impianto e lo sfruttamento con l’Ansaldo tramando con i singoli governi; scienza, politica ed economia in perfetto connubio. La scienza nei secoli passati ci aveva promesso l’età dell’oro, oggi ci sta conducendo per mano verso l’autodistruzione e la più totale delle schiavitù.

Il binomio scienza-tecnologia non è mai stato al servizio dell’umanità, nella sua più profonda essenza mostra il bisogno impellente di eliminare tutto ciò che è irrazionale, di disumanizzare, annichilire, di fatto distruggere l’umanità.

Il capitalismo con l’aiuto della scienza tende ad annullare i conflitti, gli individui oggi sono liberi di realizzare la propria soggettività solo attraverso il consumo e la produzione di merci. La macchina ordina, l’uomo esegue. Il capitale ordina, il consumatore consuma. La scienza ordina, la tecnologia uccide. Stato e scienza, capitalismo e tecnologia sono una cosa sola, un unico solo moloch. Accordi sempre più stretti tra stati, capitalismo diffuso, scienza senza scrupoli, tecnologia criminale stanno uccidendo inesorabilmente il pianeta. A pochi chilometri da noi in Francia, Svizzera, Romania le centrali nucleari non si contano più. Nella sola Unione Europea ve ne sono centonovantasette, dodici a ridosso dei confini italiani. Adinolfi lo sa bene è solo questione di tempo ed una Fukushima europea mieterà morti nel nostro continente. Siamo certi ingegnere che mai nemmeno per un secondo ti sei sentito corresponsabile di tale spada di Damocle sulle nostre teste. Ti diamo una cattiva notizia ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, è la tua fisica che ce lo insegna. Con questa nostra azione ti restituiamo una piccolissima parte delle sofferenze che tu uomo di scienza stai riversando sul mondo. Roberto Adinolfi uomo di punta dell’Ansaldo Nucleare tentacolo della Finmeccanica, mostruosa piovra artificiale. I suoi tentacoli ovunque si strangola uccide e opprime. Finmeccanica vuol dire Ansaldo Energia con le sue tombe nucleari. Finmeccanica vuol dire Ansaldo Breda con i suoi treni ad alta velocità che devastano il territorio. Finmeccanica vuol dire Selex Sistemi Integrati, Dirstechinical Service Inc. Elsag Datamat con i suoi equipaggiamenti della polizia razzista statunitense per il controllo dei confini messicani, con il suo delirante progetto di muro elettronico al confine della Libia contro i migranti, e le sue sofisticate forniture elettroniche ai carabineros cileni. Finmeccanica vuol dire Avio Alenia, Galileo e Selex con i suoi mortali caccia bombardieri F35, e i terribili droni aerei senza piloti. Finmeccanica vuol dire poligono interforze del Salto di Quirra in Sardegna. Finmeccanica vuol dire bio e nano tecnologie. Finmeccanica vuol dire morte e sfruttamento, nuove frontiere del capitalismo italiano. Gli esseri umani sono fatti di carne e sogno. Il nostro sogno è quello di un umanità libera da ogni forma di schiavitù, che cresca in armonia con la natura. Un sogno che rendiamo vivo nel momento in cui lottiamo per realizzarlo. Questo sogno ha per noi un nome “anarchia” e siamo disposti a giocarci tutto per realizzarlo. Non siamo soli in questa avventura, in tutto il mondo una nuova anarchia è sbocciata al fianco di un anarchismo ideologico e cinico, un anarchismo svuotato da ogni alito di vita che solo nella teoria e nel presenzialismo ad assemblee e manifestazioni trova la sua realizzazione, il tutto invigliacchito da un cittadinismo che puzza di morte. Una nuova anarchia è sorta dalle macerie di questo anarchismo, mille e mille nuclei sparsi per il mondo che parlano tra di loro attraverso mille e mille azioni. Damiano Bolano, Giorgos Nikolopoulos, Panayiotis Argyrou, Gerasimos Tsakalos, Michalis Nikolopoulos, Olga Ikonomidou, Christos Tsakalos, Haris, Hatzimichelakis la cellula dei membri prigionieri delle CCF/FAI sono stati questi fratelli e questa sorella a darci la determinazione ed il coraggio di lottare, la loro coerenza e progettualità ci hanno fatto forti. Camenish, Pombo da Silva, Eat e Billy, Tortuga, Silva, Costa, Billy e tanti altri prigionieri nelle carceri di mezzo mondo, Russia, Messico, Cile, Indonesia, Svizzera, Stati Uniti sono stati loro a insegnarci a non avere paura delle galere. De Blasi, Pinones, Di Napoli, Cinieri, Morales, Sole, Baleno e i tanti uccisi dalla repressione statale sono stati loro a insegnarci a non aver paura della morte. Sono state le sorelle e i fratelli a noi sconosciuti della FAI/FRI italiana che ci hanno preceduto a darci una concreta prospettiva organizzativa informale. Con la loro determinazione, costanza e testardaggine, a dispetto del pessimismo generale, contro una critica-critica sempre piena di livore, contro un realismo senza speranza, contro tutto e tutti sono riusciti a tenere accesa la fiaccola del nuovo anarchismo. Fiaccola diventata luminosa come il sole quando le sorelle e i fratelli delle CCF hanno apportato il loro contributo di coraggio-azione-organizzazione. Se fossimo stati realisti non avremmo armato le nostre mani. Se fossimo stati realisti non affronteremmo tanti rischi, vivremmo le nostre esistenze producendo, consumando, magari indignandoci. Siamo dei folli amanti della libertà e mai rinunceremo alla rivoluzione, alla distruzione completa dello stato e delle sue violenze. nella nostra rivolta anarchica e nichilista la speranza di un futuro senza confini, guerre, classi sociali, economia, sfruttati e sfruttatori. La possibilità di concretizzare questo sogno è per noi come un bagliore di luce nell’oscurità. Per quanto sia lieve questo bagliore vale sempre la pena di tentare, costi quello che costi, la qualità della nostra vita ne sarà sempre arricchita. A voi anarchici che ci accusate di essere velleitari, avventuristi, suicidi, provocatori, martiri diciamo che con le vostre lotte “sociali” con il vostro cittadinismo lavorate al rafforzamento della democrazia. Sempre alla ricerca del consenso, senza mai oltrepassare i limiti del “possibile” e del “razionale”, l’unica bussola delle vostre azioni il codice penale. Disposti a rischiare solo fino ad un certo punto sempre pronti a trovare infinite giustificazioni ideologiche pur di non ammettere le proprie paure. Siamo sicuri che un giorno avrete l’ultima parola anche su di noi, come in passato l’avete avuta su altre esperienze di lotta armata. Tra qualche anno scriverete un bel libro sulla nostra storia, criticando i nostri errori e le nostre mancanze, dall’altezza della vostra “coerenza” non si è mai abbastanza rivoluzionari, ma nessuno neppure voi, potrà toglierci il piacere che oggi proviamo ad aver realizzato pienamente e vissuto qui e oggi la nostra rivoluzione. Se ci soffermiamo sulle vite della stragrande maggioranza di noi anarchici ci rendiamo conto che non sono così tanto lontane dall’alienazione di chi consuma, produce e crepa. Produciamo e consumiamo cultura radicale e musica alternativa e lentamente molto lentamente crepiamo senza mai aver impugnato un’arma o colpito un oppressore. Tutta la nostra tensione rivoluzionaria si sfoga in articoli infuocati per i nostri giornali e siti, in testi infuocati per le nostre canzoni e qualche sporadico scontro di piazza tanto per mettere a tacere la propria coscienza. Sia ben chiaro che è un autocritica quella che facciamo, non ci sentiamo così diversi dagli altri anarchici. Impugnando una stupida pistola abbiamo solo fatto un passo in più per uscire dall’alienazione de “non è ancora il momento…”, “I tempi non sono maturi…”. Vincere la paura è stato più semplice di quello che ci eravamo immaginati. Realizzare oggi quello fino a ieri ci sembrava impossibile è l’unica soluzione che abbiamo trovato per abbattere il muro dell’oppressione quotidiana, dell’impotenza e della rassegnazione che ci hanno visti fino ad ora come pedine di un anarchismo insurrezionalista di facciata, che con la sua mancanza di coraggio legittima il potere. Potevamo colpire alla ricerca del “consenso” lì dove il dente duole per esempio qualche funzionario dell’Equitalia, ma con questa azione non siamo alla ricerca di “consenso”.

Quella che adesso cerchiamo è complicità. In un passato recente un nucleo della FAI/FRI lo ha fatto ferendo gravemente una diffusa approvazione, cosa che gli anarchici autodenominatosi “sociali” in questi anni hanno infinite volte tentato di raggiungere senza mai riuscirci. I fratelli e le sorelle del “Nucleo Free Eat e Billy” ci hanno dimostrato con quell’azione che tutto sommato la coerenza paga e che non c’è bisogno di limitarsi nelle azioni per ottenere “consenso”. Questi compagni hanno scrollato dalle nostre spalle una maledizione che sta pesando da troppo tempo sulle spalle degli anarchici, la maledizione di quella mal interpretata ricerca di consenso sociale che lega le mani di quanti sono consapevoli dell’urgenza dell’agire, qui ed ora. In questi tempi in cui tante certezze dello stato capitale stanno naufragando l’idea di libertà non ammette deroghe: l’idea di sociale in lotta in cui ci riconosciamo e vogliamo muoverci è quella di un popolo in armi contro ogni forma di oppressione statale, politica, economica. Non consideriamo un referente i cittadini indignati per qualche malfunzionamento di un sistema di cui vogliono continuare ad essere parte. Scambiare rabbia ed indignazione per un processo di rivolta allo status quo è segno di una pericolosa miopia rivoluzionaria. Fa invischiare compagni/e anche generosi nella coltivazione di un orticello di democratico dissenso, con le sue piccole cricche e consorterie i suoi politicanti in sedicesimo, la generosità che si trasforma in assistenzialismo, la spettacolarizzazione dello scontro con relative manipolazioni mediatiche. Solo la radicalizzazione del conflitto può condurre a percorsi di libertà individuale e sociale. Individuare l’obiettivo, “colpire dove più nuoce”, saper riconoscere il nemico anche quando veste i panni dell’agnello. Far lavorare di pari passo le armi della critica e la critica delle armi. Non c’è né retorica né spettacolo in un’azione portata a termine con l’adeguata scelta di strumenti ed obiettivo. Con questa azione diamo origine al “Nucleo Olga”. Con entusiasmo aderiamo alla FAI/FRI, unendoci ai tantissimi gruppi della nuova internazionale anarchica sparsi per il mondo, Messico, Cile, Perù, Argentina, Indonesia, Russia, Inghilterra, Italia, Spagna, Grecia… A progettare e realizzare questa azione sono stati degli anarchici senza alcuna esperienza “militare”, senza alcun specialismo, solo degli anarchici che con questa nostra prima azione vogliono segnare definitivamente un solco tra loro e anarchismo infuocato solo a chiacchiere e intriso di gregarismo. Abbiamo preso il nome di una nostra sorella delle CCF, Olga Ikonomidou perché nella coerenza e forza dei componenti della “Cellula dei membri prigionieri delle CCF/FAI” risiede il cuore della FAI/FRI.

Nelle nostre prossime azioni, il nome degli altri fratelli greci un azione per ognuno di loro. Con il ferimento di Adinolfi proponiamo una campagna di lotta contro Finmeccanica piovra assassina. Oggi Ansaldo Nucleare domani un altro dei suoi tentacoli, invitiamo tutti i gruppi e singoli FAI a colpire tale mostruosità con ogni mezzo necessario.

 

Lunga vita alle cospirazione delle cellule di fuoco

Lunga Vita alla FAI/FRI

Viva l’anarchia!

 

Nucleo Olga FAI/FRI

 

Maggio 2012

QUATTRO ANNI… DICEMBRE 2006. Documento-incontro Federazione Anarchica Informale a 4 anni dalla nascita

– 4 anni sono passati dalla “Lettera aperta al movimento anarchico e antiautoritario” e della nascita della Federazione Anarchica Informale (Dicembre 2003).

– 4 anni dai pacchi regalo all’Unione Europea e a Prodi… e… a posteriori… sorge il rimpianto di aver avuto troppi scrupoli nel rovinare la giornata a qualche “innocente” segretaria… se al posto del clorato avessimo usato la dinamite…

– 4 anni sono passati, ed in questi 4 anni 6 gruppi si sono uniti alla “nostra” proposta iniziale: FAI/Cellule Armate per la Solidarietà Internazionale, FAI/Cellule Metropolitane, FAI/Nucleo Rivoluzionario Horst Fantazzini, FAI/Narodna Volja, FAI/Rivolta Tremenda, FAI/Rivolta Animale.

– 4 anni sono passati, dove abbiamo sperimentato sulla nostra pelle il piacere di veder concretizzarsi e “autocostruirsi” un reale progetto di organizzazione informale insurrezionale.

– In questi 4 anni abbiamo portato a termine 7 campagne rivoluzionarie.

– In questi 4 anni abbiamo portato a termine almeno 30 attacchi tra esplosivi e incendiari a cose e/o persone…senza discriminare gli uni o gli altri, alcuni mirati all’eliminazione di una manciata di manovali della repressione:

COME È COMINCIATA

– Ottobre 1999: Pacchi bomba all’Ambasciata e Camera di Commercio Greca di Madrid, bomba ad una filiale della City Bank di Barcellona in Spagna. Bomba all’ufficio del Turismo Greco e pacco bomba alla caserma dei carabinieri del quartiere Musocco a Milano. Tutte le azioni sono realizzate da Solidarietà Internazionale in appoggio dell’anarchico greco Maziotis che era stato arrestato per alcune azioni realizzate ad Atene.

– 25 Aprile 2000 Pacco bomba ad un giornalista della Razon di Madrid in solidarietà con i detenuti del FIES.

– 25 Giugno 2000 Ordigno incendiario nella chiesa di Sant’Ambrogio a Milano, depositato da Solidarietà Internazionale per i detenuti FIES.

– 7 Giugno 2000 Due bombe al tribunale di Valencia in Spagna, sempre Solidarietà Internazionale in appoggio alla lotta del detenuti FIES.

– 18 Dicembre 2000 Dinamite sul Duomo di Milano. Azione di Solidarietà Internazionale per la lotta contro il regime di detenzione FIES.

– Luglio 2001 Pacchi bomba e incendiari ai Carabinieri (1 ferito), alla Prefettura a Genova, alla redazione del TG 4 e al Leoncavallo (pacco pieno di merda di cane) a Milano, alla Benetton a Ponzano Veneto e al sindacato dei secondini di Barcellona. A Bologna viene lasciata una bicicletta bomba per gli agenti di polizia. Tutte le azioni sono realizzate dalla Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (Occasionalmente spettacolare) contro il vertice del G8 che stava per tenersi a Genova.

– 25 Febbraio 2002 Motorino bomba nei pressi del Ministero dell’Interno a Roma, a colpire è la Brigata 2° Luglio per ricordare degnamente l’uccisione di Carlo Giuliani e di un ragazzo rom ucciso ad un posto di blocco.

– 10 Dicembre 2002 Due bombe esplodono nei pressi della Questura di Genova, è la Brigata 20 Luglio sempre in memoria di Carlo Giuliani e contro la violenza delle forze dell’ordine.

– Dicembre 2002 Vengono spediti cinque pacchi bomba a sedi dell’Iberia, alla redazione de El Pais, alla Rai a Roma e al TG 5 a Milano per sostenere la lotta dei prigionieri FIES. L’azione è realizzata dalle Cellule Contro il Capitale, il Carcere, i suoi Carcerieri e le sue Celle.

– 17 Giugno 2003 Bomba contro l’Istituto Cervantes di Roma, attacco realizzato dalle Cellule Conto il Capitale, il Carcere, i suoi Carcerieri e le sue Celle in solidarietà con la lotta contro il FIES.

– 8 Ottobre 2003 Bomba contro la sede Iberia a Roma, a colpire sono le Cellule Armate per la Solidarietà Internazionale sempre in appoggio alla lotta contro il FIES.

NASCE LA FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE

– 21 Dicembre 2003 Due bombe esplodono nei pressi della casa di Bologna di Prodi allora presidente dell’Unione Europea. Dopo pochi giorni il maiale riceve anche un pacca incendiario. Nei giorni seguenti vari pacchi bomba raggiungono diverse istituzioni europee: Banca Centrale Europea, Europol, Eurojust, ufficio al capogruppo del Partito Popolare Europeo, ufficio di un membro del Partito Socialista Europeo. Tutte le azioni, che segnano la nascita della FAI, sono indirizzate contro l’Unione Europea.

– 30 Marzo 2004 Due bombe contro il commissariato Sturla di Genova, azione realizzata dalla FAI/Brigata 20 Luglio.

– 02 Aprile 2004 Due pacchi bomba vengono spediti a dirigenti del DAP dalla FAI/Cellule Armate per la Solidarietà Internazionale.

– 8 Novembre 2004 Bomba contro una sede Manpower di Milano, azione realizzata dalla FAI/Cellule Metropolitane.

– 10/11 Dicembre 2004 Pacchi bomba alla sede del SAPPE e all’Associazione Nazionale Carabinieri di Roma inviati dalla FAI/Cellule Armate per la Solidarietà Internazionale.

– 2004 Azione esplosiva contro un allevamento di animali da pelliccia in provincia di Cremona realizzata dalla FAI/Rivolta Animale.

– 3 Marzo 2005 Attacchi con esplosivo alle caserme dei Carabinieri di Pra e Voltri a Genova e presso la caserma di via Monti a Milano, minacce al Festival di Sanremo. L’azione viene realizzata dalla FAI/Brigata 2° Luglio e dalla FAI/Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (Occasionalmente spettacolare) in ricordo di Marcello Lonzi ucciso dai secondini e contro il carcere.

– 6 Marzo 2005 Bomba contro il Tribunale di Ostia a Roma, l’azione è realizzata dalla FAI/Nucleo Rivoluzionario Horst Fantazzini.

– Maggio 2005 Tre pacchi bomba inviati dalla FAI/Narodna Volja al gestore del CPT di Modena, alla Questura di Lecce e ai Vigili Urbani di Torino campagna di solidarietà alle lotte dei migranti.

– Ottobre 2005 Due bombe contro la sede dei RIS di Parma e pacco bomba a Cofferati sindaco di Bologna. Azioni realizzate dalla FAI/Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (Occasionalmente spettacolare).

– 2 Giugno 2006 Due bombe contro la scuola allievi Carabinieri di Fossano, azione realizzata dalla FAI/Rivolta Anonima e Tremenda.

– Luglio 2006 Tre pacchi bomba inviati dalla FAI/Rivolta Anonima e Tremenda a Beppe Fossati direttore di Torino Cronaca, alla ditta Coema che lavora al raddoppio del CPT di Torino e a Chiamparino sindaco di Torino.

– In questi 4 anni, nonostante le mancanze tecniche e di comunicazione, abbiamo comunque fatto filtrare attraverso le maglie medianiche un messaggio chiaro: chi sono e cosa combattono gli anarchici; aumentando realmente le possibilità di comunicazione in fasce sociali che ci sarebbero diversamente precluse, perché difficilmente avvicinabili.

– In questi 4 anni nessun gruppo è stato individuato e distrutto dal nemico.

– In questi anni non siamo cresciuti come avevamo messo in conto, né siamo riusciti, a parer nostro… e speriamo di essere presto smentiti, ad aprire una breccia consistente tra i nuovi arrivati all’idea anarchica, ammorbate sul nascere tra vecchie organizzazioni di sintesi che di organizzativo hanno mantenuto solo la struttura e nuovi incendiari a parole, che spaventano solo per la retorica rivoluzionaria paternalista con gli “ultimi” e di fatto indolore per i “primi”…

– In questi anni non siamo riusciti a far uscire fuori dai confini del movimento di lingua italiana il nostro progetto organizzativo.

Queste alcune considerazioni, da qui partiamo per migliorare ed aprirci nuove strade… chi vivrà vedrà!

Natale 2006, Paperopoli casa di paperino.

Partecipano COOPERATIVA ARTIGIANA FUOCO E AFFINI, BRIGATA 20 LUGLIO, CELLULE CONTRO IL CAPITALE, IL CARCERE, I SUOI CARCERIERI E LE SUE CELLE, SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE

Alcuni compagni che fanno parte dei gruppi fondatori della FAI Federazione Anarchica Informale, hanno deciso di incontrarsi per approfondire alcune considerazioni emerse all’interno dei gruppi. Tutti assieme hanno scelto di rendere pubblica la loro discussione, facendo circolare il più possibile la trascrizione dell’incontro. La trascrizione, a parte alcune omissioni dovute ad ovvi motivi di sicurezza, rispecchia esattamente il tono colloquiale e diretto dell’incontro, la scelta di rifiutare burocrazia e formalismi, come nella parte restante della nostra vita….

QUI – L’idea di Pippo di registrare e sbobinare l’assemblea mi piace, piace anche a Quo e Qua, per noi ne vale la pena anche se rischiamo di essere scoperti (fischi corna e scongiuri…) basta che Pippo, visto che si è offerto volontario (risa) si preoccupi di togliere tutte le chiacchiere di troppo, e di distruggere subito la registrazione.

PIPPO – Si certo la mia idea iniziale era di tirare fuori alcune questioni che noi non riusciamo mi a esprimere nel modo giusto, insomma, le cose fondamentali, quelle che ci fanno girare i coglioni quando le sentiamo dire o le leggiamo da qualche parte… Si, tipo far vedere a sto cazzo di movimento che non siamo fantasmi venuti dal nulla (risate…“ma che ti sei visto!?”…) vabbè a parte gli scherzi che prima di fare un’azione ci pensiamo mille volte e cerchiamo di lasciare al caso il meno possibile…Altro che indiscriminate…sono azioni talmente controllate che non siamo riusciti ancora a fare quello che ci piacerebbe…(risate). Poi non c’è niente di oscuro e clandestino nel nostro modo di vivere, la maggior parte di noi, sto parlando di quelli che conosco, dei gruppi fondatori viene dal movimento ci vive, conosce questa realtà, a volte pure facendo parte di situazioni, lasciamelo dire di merda, non so come fai…

PAPERINO- …lasciamo perdere, è una lunga storia…

PIPPO- A parte le frecciate a Paperino, mi spiego meglio mi capita troppo spesso di leggere o sentire commenti e dubbi orrendi su di noi e su quello che facciamo. La roba del tipo “provocatori” o “servizi segreti” per intenderci, oltre alla visione miope e opportunistica di quello che facciamo e diciamo. Così trascrivendo questo incontro, magari risultano più chiare alcune nostre dinamiche interne, i ragionamenti, i nostri rapporti… Questo anche per i compagni dei gruppi che non conosciamo.

NONNA PAPERA- Io ho ancora dei dubbi sul trascrivere questo incontro, non sarebbe meglio un’autointervista: ogni gruppo risponde a domande precise da tutti. Almeno evitiamo di fare una trascrizione che sarebbe falsata sicuramente per motivi di sicurezza.

PAPERINA- No, l’assemblea riportata su carta è più spontanea, chiarisce meglio la nostra realtà. Facciamo un giro di correzioni, passando ai diversi gruppi, così in un paio di settimane abbiamo lo scritto pronto per essere spedito. Paperino ed io ci occuperemo della stampa e della spedizione abbiamo un PC nuovo, pronto da rottamare (risate) però dovremo dividerci le spese di spedizioni, perché c’è molto da fare…

QUI- Vediamo i punti da toccare in quest’assemblea, è importante scegliere cosa socializzare, anche in forma frammentaria, potrebbe aiutare noi a farci capire meglio in generale, e poi io ho una voglia incredibile di comunicare con i gruppi che ci hanno seguito nella FAI, magari con un diffusione capillare riusciamo a raggiungerli e loro potrebbero comunicare con lo stesso metodo.

ARCHIMEDE- Una cosa bella per me di quest’esperienza è la sperimentazione, il mettere in pratica cose di cui prima parlavo solamente, unire pensiero e azione, evitare quel dualismo schizofrenico tra ciò che si dice e ciò che si fa. Per non parlare poi di una schizofrenia, un’alienazione più profonda: non poter parlare chiaramente con i compagni che ci sono attorno e che non sono dei nostri gruppi, non poter dire fino in fondo come la si pensa se no si rischia di esporsi e far rischiare i compagni. Insomma questa prudenza continua, quando a volte vorrei urlare in faccia alle persone le mie ragioni, questa cautela mi dilania.

QUA- Beh, anch’io provo cose simili ma ne soffro di meno… comunque, tornando al documento, come abbiamo intenzione di spedirlo? La stampa anarchica scarseggia, quella disposta a pubblicare testi che gli spediscono è poca e non è neppure giusto trasformare i compagni in bersagli della repressione, come spesso accade. Poi ci sono quelli che appena arriva qualcosa svengono e corrono dagli sbirri…Internet per noi, che con l’informatica siamo a zero, è un problema. Poi, dopo che hanno perquisito il server di indymedia per la rivendicazione delle bombe all’Unione Europea, sarà difficile che qualcuno si prenda la responsabilità di pubblicare nostri scritti…

PAPERINA- …E la libera informazione democratica, internet per tutti? (risate)

QUA- A parte le battute per me la comunicazione e la censura, quindi…sono problemi fondamentali… Una delle critiche più valide che ci è stata fatta riguarda proprio i veicoli per comunicare e la possibilità che i nostri comunicati siano falsificati dal potere, cioè che vista la nostra informalità e la volontaria non comunicazione diretta tra i nuovi gruppi, potrebbero creare falle e annientarci a livello comunicativo con false azioni e rivendicazioni.

PAPERINA- Per me non esiste un problema simile, in questi tempi è fantapolitica. Cioè o cercano di censurare, cioè cercano di non far pubblicare sui quotidiani le rivendicazioni che arrivano (e anche questo è difficile con i giornalisti che si buttano su qualsiasi notizia un po’ succosa) oppure la comunicazione riusciamo a farla filtrare da qualche parte tra le maglie del sistema.

QUI- Condivido parte di quello che ha detto Qua: comunicare bene è fondamentale. Le potenzialità di alcune azioni è stata limitate proprio dalla mancata diffusioni di gruppi nuovi o avvenute in provincia (risate). No, non ridete a volte a livello locale è più facile censurare prima di far finire nel gran circuito nazionale della comunicazione. Anche se non c’è una regola precisa, noi abbiamo sbagliato all’inizio dando poco peso alla comunicazione; sottovalutando in maniera superficiale il momento di gestire la rivendicazione abbiamo dimezzato l’effetto della nostra “moto bomba” al Ministero degli Interni. Bisogna inventarsi qualcosa di nuovo, forzare sulla spettacolarizzazione della azioni per far si che sia impossibile che i mass media censurino, inoltre dovremmo imparare ad usare meglio i mezzi informatici. Certamente vista la stupidità degli investigatori non possiamo delegare la diffusione delle nostre idee alla sola stampa di movimento. Per quanto riguarda eventuali rischi di provocazioni portate avanti usando la nostra sigla, sta a noi con la chiarezza delle azioni di avere la capacità di scoraggiare o rendere inefficaci le provocazioni, per il momento comunque questo problema non si è verificato.

PIPPO- Sì la solita menata degli infiltrati e delle provocazioni… Tutte le cazzate che devo sentir, non solo dai nostri omini (risate “guarda che si offendono”) ma pure da persone che, almeno in teoria, certi meccanismi dovrebbero capirli… Che i moderati piangano (risate) per me è normale, è sempre stato così…non ho capito però perché si scaldano tanto certi pensatori (“che vuoi dire?”) ma si pensatori dal cervello piccolo, senza pensieri dentro, solo un paio di concetti base tipo “Gli anarchici non fanno…” per loro l’unica cosa che gli anarchici possono farsi, sono le seghe…(risate…) Comunque mi è bruciato molto vedere forme di dissociazione, di rifiuto della lotta da parte di compagni che a parole si dicono radicali. Da quando abbiamo iniziato a muoverci, e da quando si è alzato il livello della repressione si sono verificati fenomeni strani, anche il termine “insurrezionalismo” che una volta usavano un po’ tutti, è diventato tabù se ne impadronita la stampa…

PAPERINO- Non possiamo pretendere che tutti condividano le nostre azioni, non mi interessa questo… l’importante è che non ci infamino con certe accuse, che non ci sia malafede negli attacchi critici.

PAPERINA- Sta attento a come usi il termine “infami” io lo uso solo per chi fa arrestare i compagni, non per le differenze di idee…

PIPPO- Ma se le differenze di idee vengono usate per additare persone?

PAPERINA- Per me non è ancora successo, se dovesse accadere sapremo come comportarci. Piuttosto per me è strano dire “non possiamo pretendere che tutti condividano le nostre azioni”, le azioni non le faccio per il mio piacere personale ma perché credo sia una lotta giusta, quindi vorrei che la maggior parte di compagni fossero d’accordo e le facessero propria, se no vivremo in un movimento di spettatori…

PAPERINO …Noi di Solidarietà Internazionale abbiamo sempre avuto come priorità il comunicare attraverso l’azione, propagandare con i fatti le nostre idee. Abbiamo scelto di amplificare lotte intermedie come quella sul FIES in Spagna, di solidarizzare con gli anarchici arrestati in Grecia e altrove. Spesso sia io e lei (Paperina) che gli altri compagni del nostro gruppo, ci siamo chiesti se quello che abbiamo fatto influisse positivamente sulle lotte portate avanti dai compagni, dai detenuti… Siamo arrivati tutti alla stessa conclusione: che un’azione concreta d’attacco vale sempre, dà sempre i suoi frutti anche se tecnicamente fallita… Non è solo importante far danni ma far passare il messaggio. Purtroppo alcuni nostri fallimenti tecnici, è chiaro che non siamo specialisti ma abbiamo lavorato con fatica per crearci i mezzi, hanno vanificato l’incisività di certe azioni che potrebbero essere stata mille volte maggiore. Voi in seguito siete stati tecnicamente migliori.

ARCHIMEDE PITAGORICO- Se non si hanno nozioni tecniche di base è sempre difficile e richiuso. A proposito alla fine dell’incontro vorrei socializzare con voi alcuni meccanismi… per me è importante parlare di questo e dimostrare che la facilità di reperimento dei materiali e la riproducibilità dei mezzi sono un dato di fatto.

QUO- Prima di addentrarci in questo, vorrei parlare ancora un po’ più di “teoria”, visto che quello che diciamo verrà diffuso mi interessa continuare a ribadire il motivo per cui continuiamo la propaganda armata un mezzo ancora utile per diffondere le idee anarchiche nell’occidente semi-pacificato del XXI secolo. Noi questo continuiamo a sostenerlo praticamente nelle azioni che portiamo a termine, voglio continuare a spiegare l’attualità e la giustezza anche in teoria. Per me troppi compagni, spaventati dal movimento che in questi anni si è ridotto e fermato, continuano (se posso dire così) a ripetersi il mantra del sociale, dell’accompagnare le -poche- lotte che sorgono spontanee senza fare mai il passo più lungo della gamba, appiattendosi su piattaforme di lotta spesso risibili. Non è che ho paura si sporcarmi le mani, ma non credo che sia utile alla progettualità rivoluzionaria moderare il mio linguaggio o le mie azioni, bisogna avere l’onestà di dire e far vedere praticamente quello per cui lottiamo, saranno poi i singoli individui a decidere se stare dalla parte del potere o provare a lottare per una vita libera e degna di essere vissuta. Certo che questo da solo non fa la rivoluzione ma serve a gettare il seme di un modo vero e reale di combattere l’esistente, qualcosa per cui valga la pena di lottare.

PIPPO- Il nostro compito dev’essere, o almeno dobbiamo provarci, a buttare continuamente benzina sui piccoli fuochi di rivolta che si accendono qua e là. Visto che verrà trascritto tutto permettetemi di citarvi… (“permettiamo”risate) ora la vado a prendere… “Un pacco bomba ad un carabiniere e ad un pennivendolo asservito al potere o una bomba che provoca una semplice sbrecciatura nel muro di un carcere sono fondamentalmente utili, in un attivo evidenziano la vulnerabilità del dominio indicano chiaramente i nemici e la varietà dei mezzi per combatterli e soprattutto lasciano tutti liberi di valutare la possibilità di intervenire direttamente contro ciò che opprime!” (“AMEN” rumore di piatti, casino)

PAPERINO- Purtroppo in giro c’è ancora chi pensa che il conflitto sociale lo si possa innescare con la carta stampata, con proclami più o meno incendiari o peggio ancora facendo assistenzialismo, entrismo assistenzialista… si finirà per entrare nelle associazioni cattoliche… (risate). Non credo che la rivoluzione la faccia l’avanguardia armata e non è neanche auspicabile (“ma dov’è quest’avanguardia?” risate), ma non vi rendete conto a che livelli preteschi si è arrivati con la cosi detta lotta nel sociale.

ARCHIMEDE PITAGORICO- Vorrei ricollegarmi a quello detto da Pippo con alcune… precisazioni tecniche (risate). Eh si lo so è un vizio! Anche a me ha dato fastidio sentire critiche, soprattutto da certi ambienti dell’anarchismo che non sono certo alieni all’utilizzo dell’azione violenta in certi casi (almeno in teoria… risate), anche se mi sembrano un po’ ignorantelli o superficiali a sentire le critiche. Come fanno a pensare tutte le volte che arriva un pacco bomba all’incolumità del postino o della segretaria? Prima di tutto avranno ben visto che come molti di noi continuano a ripetere, nessun innocente si è mai fatto male, anzi a forza di mettere in atto cautele tecniche (tempi, luoghi, modalità e dosi di confezionamento) purtroppo la stiamo facendo scampare anche ai colpevoli… Come se un pacco che si incendia e non scoppia, sia un capriccio del caso e non la scelta di evitare di far male alla segretaria. Naturalmente speriamo lo spavento corso le faccia aprire gli occhi, una volta dissipato il fumo (risate) sull’istituzione per cui lavora, e le invogli magari a cambiare mestiere.

QUA- A me fanno imbestialire quelli che sminuiscono con falsa superiorità le azioni, prendendo magari per buone le cazzate dei giornali. Non li sfiora l’idea che se si nascondono due ordigni nei cassonetti dell’immondizia fuori da un carcere od una caserma e li si fanno esplodere a diversi minuti di distanza l’uno dall’altro non è per fare dispetto alla nettezza urbana ma per stanare e colpire qualche servo dello stato. Ci tengo a ripetere che se tali azioni sono fallite è da imputare solamente agli scrupoli eccessivi per non rischiare di coinvolgere passanti.

PAPERINA- Poi dobbiamo fare capire che anche quando un’azione fallisce rispetto al suo obbiettivo primario, crea comunque al potere numerosi danni economici e non solo. Ogni volta che ci avviciniamo a loro e gli depositiamo qualcosa sotto il culo li mettiamo comunque in pericolo e ridicolizziamo l’enorme apparato repressivo e di controllo che vantano di avere, per esempio le due bome a pochi metri dagli uffici dei RIS di Parma non devono essere stati uno scherzo per loro, peccato che la seconda non ha funzionato. (“sfiga” risa), queste azioni costringono il potere ad aumentare le misure di sicurezza… che tanto qualche nuovo ribelle riuscirà a superare.

NONNA PAPERA- Questo vale anche per un pacco inesploso: costringe gli aguzzini a vivere nella paura o sotto scorta e rende evidente a tutti l’infamità della loro attività. Un altro esempio è quello di Giovanardi, che vive sotto scorta da quando ha ricevuto dai nostri compagni della Narodnaja Volja/FAI un bel pacco regalo al CPT di Modena.

PIPPO- A proposito, a me piace la campagna contro il CPT di Torino, porta avanti dalla FAI/RAT, questi compagni hanno recepito bene la strategia che abbiamo utilizzato in questi anni, e cioè quella di portare avanti una lotta intermedia su contenuti rivoluzionari attraverso la radicalità dell’azione.

PAPERINA- Io invece devo dire che sono un po’ delusa dai risultati ottenuti sino ad ora: l’influenza sul movimento anarchico c’è stata, ma relativa, vedo uno stato letargico un po’ dappertutto non solo tra gli anarchici. Quando anni fa, con Paperino e pochi altri abbiamo fondato Solidarietà Internazionale, cercando di relazionarci abbiamo corso molti rischi, io mi aspettavo una crescita numerica maggiore, ho visto invece all’interno del movimento molti vecchi compagni rimanere al palo, immischiarsi in derive istituzionali o chimerici bagni nel sociale. Sarà banale ma la penso così!

ARCHIMEDE PITAGORICO- I numeri secondo me non contano, quando si parla di incidere nel sociale, di fronte a milioni di persone essere un movimento di 300 o 3000 non cambia, quello che conta è la qualità delle azioni che vengono fatte.

PAPERINO- Per me la qualità delle azioni è proporzionale al numero dei compagni coinvolti… da solo si fanno delle belle cose ma poi si finisce a dare cornate ai muri come tori infuriati, ci si fa più male che altro. Bisogna ampliare il coinvolgimento di compagni, è linfa vitale in questo momento.

PAPERINA- Ora si incazzeranno in molti! Anche all’interno del mio gruppo. Per me bisogna abbassare e diversificare il livello delle azioni, ora stiamo tutti rincorrendo l’obbiettivo di far fuori un servo dello stato… è giusto ma se ci limitiamo a questo degli anarchici, che non sono tra noi, possono rimanere spiazzati, non voglia dire che si impauriscono ma…

PAPERINO- No è cosa? (risate, battute)

PAPERINA- Non è semplice è c’è poco da ridere, sono spiazzata, tra chi blatera di provocazioni e chi si butta sulle lotte più astratte non riescono più a leggere bene la realtà che vivono. Guardate quello che è successo in Val Susa, per la lotta contro il TAV, ci si è interessata un ventagli sociale e politico vastissimo, dai sindaci ai cattolici, dai fascisti agli anarchici, li ha messi d’accordo una sola cosa… è bastato un candelotto esplosivo per farli gridare tutti allo scandalo (anarchici compresi)

ARCHIMEDE PITAGORICO- Secondo me il problema è opposto. Dobbiamo far vedere che facciamo sul serio, che non ci nascondiamo dietro cervellotici ragionamenti e non abbiamo problemi a passare all’attacco anche a rischio di giocarsi la vita!

PAPERINA- Che retorica del cazzo!

ARCHIMEDE PITAGORICO- Lasciami finire, il problema è un altro, abbiamo scrupoli non ci spingiamo mai oltre. Bisogna essere più efficaci, non lesinare con gli esplosivi e non aver paura di rischiare di far male ad una segretaria se l’obbiettivo è uccidere il padrone.

QUO- E’una questione di mezzi, bisogna usarne di più selettivi: pistole non esplosivo. Chiunque riesce a procurarsele, noi invece andiamo avanti a dinamite, diserbante e qualche manciata di polvere nera. Io parlo per il nostro gruppo, ne abbiamo già discusso, abbiamo deciso di procurarcele e iniziare ad usarle.

ARCHIMEDE PITAGORICO- Non è questo il problema, io so come fare a farvele avere, da parte mia mi sembra di essere l’unico qui ad agire anche individualmente, per quanto ne so è meglio la buona vecchia dinamite: riesco a gestire tranquillamente l’azione e i tempi di fuga e soprattutto ha un maggiore effetto, spaventa di più insomma. E poi, lo ripeto il rischio di venire presi è molti minore, non possiamo permetterci di cadere siamo pochi e quindi, non ridete, preziosi.

PAPERINA- Bah, a parte salvare i gioielli di famiglia… non credo che i rischi con l’esplosivo siano bassi. Noi non siamo degli esperti, continuo a dirlo, però pur usando tutte le precauzioni del caso, una volta per colpa di un circuito elettrico isolato male stavamo per saltare in aria… non sto scherzando io già quella volta mi ero ripromessa di mollare con le bombe e usare le pistole, non per uccidere però!

ARCHIMEDE PITAGORICO- Come cazzo le vuoi usare, come fionde?

PAPERINA- Colpire senza uccidere è chiaro! Non perché non mi farebbe piacere uccidere qualche porco, ma per il solito, vecchio discorso… Insomma la repressione si scatenerebbe in maniera indiscriminata…

ARCHIME PITAGORICO- La repressione è sempre indiscriminata e poi gli anarchici devono essere pronti a sostenerla, mi dispiace per le retate di compagni, ma è sempre stato così, soprattutto con i giornali, le casse di solidarietà e compagnia bella…

PAPERINA- Che vuoi dire? Meglio loro che noi!? Sei scemo, non ti rendi conto che se i giornali chiudono le realtà di movimento si disgregano è un danno per tutti!

PAPERINO- Si ma non è colpa nostra, se gli anarchici fanno bene il loro mestiere è chiaro che il sistema si difende, quelli che per primi finiscono in gabbia sono i migliori tra quanti lavorano alla luce del sole.

QUI- Ma che dite? Se si spara arrestano tutto il movimento? Cazzate… E poi quando i comunisti hanno sparato, non hanno fatto retate nell’intero movimento, mi sembra? Al limite sono stati linciati mediaticamente come relitti del passato!.

PAPERINA- Non parliamo di relitti del passato che è la critica buona per tutti i rivoluzionari anche per noi, da qualsiasi intellettualino di sinistra che così può dedicarsi all’uncinetto senza problemi di coscienza…

ARCHIME PITAGORICO- Fammi spiegare non è per cinismo che dicevo che la repressione è indiscriminata. Noi con le nostre esplosioni e tutti gli anarchici e ribelli sociali che praticano azioni contro il dominio, contribuiamo ad alzare il livello della repressione. Nello stesso momento chiunque in questo periodo sceglie di propagandare determinate idee con giornali, circoli, via internet, è consapevole di finir nell’occhio del ciclone, che a noi piaccia o meno!

PAPERINA- Si, io comunque per il futuro cercherò una progettualità diversificata, anche con nuovi compagni, azioni forse meno spettacolare che salire sul tetto del Duomo (Milano) ma più diffuse, più riproducibili, anche se la parola non mi piace. Più veloci in termini di progettazione ed esecuzione, per capirci piccoli ordigni incendiari a pioggia sul territorio, pentole piene di benzina e bombolette del gas, insomma il KIT base del fai da te del piccolo anarchico! (risate)

PAPERINO- Si, lo abbiamo deciso con gli altri compagni di Solidarietà Internazionale che hanno preferito non venire… Sia per fedeltà allo statuto (risate) e soprattutto perché almeno tra noi abbiamo deciso di non rischiare mai di circolare assieme in più di due o tre persone per evitare troppi danni, se le cose si mettono male! Dicevo, non condivido tutto quello che dice Paperina, soprattutto non capisco perché un morto saltato in aria sia meno portatore di repressione di un morto sparato… condivido e metteremo in pratica la scelta di ampliare e diversificare le azioni…

ARCHIMEDE PITAGORICO- Allora buona fortuna, ma guardate che pure morire abbrustoliti è possibile…

PIPPO- Cerchiamo di tornare ai punti base, piuttosto che alle teorie sulla morte migliore (sic.). Maggior eclatanza e forza hanno le azioni, maggior numero di oppressi ne avrà notizia. Il nostro referente non può essere il movimento, è un ambito troppo ridotto e poco significativo, l’obbiettivo è comunicare nella società nella maniera più ampia a tutti gli oppressi.

NONNA PAPERA- Ricordati però che è dal movimento, cioè da quei compagni che consapevolmente hanno scelto di combattere l’esistente, che provengono quelli che le azioni le portano a termine.

PIPPO- Non è detto, e sicuramente non è sempre così. Poi, che ne sai che i gruppi nati in questi anni non siano composti da oppressi che abbiano scelto di ribellarsi? E poi qual è, dove comincia la differenza? E’ un discorso chi mi piacerebbe approfondire, a rischio di essere banale, magari non ora, ma secondo me, noi viviamo in tempi magri parlare di “movimento” ora non ha senso.

QUI- Chiamalo come vuoi gente-movimento-società, non mi interessa, per me il problema – e li ha ragione Paperina a sollevarlo- è che siamo in pochi e con il tempo rischiamo di diventare degli specialisti, è un rischio da evitare!

QUO- Magari fossimo degli specialisti, con tutte ste bombe e bombette in questi anni siamo riusciti a fare solo un paio di sbirri feriti! Fanno di più allo stadio la domenica!

QUI- Non è questo il problema, questo genere di conti non torna mai. Il punto è l’idea che ci sta dietro, bisogna riuscire a portare in un periodo di pacificazione sociale la scintilla che incendi la prateria, come si diceva un tempo!

QUO- Sei un poeta! Ma mi sembra che ultimamente l’unica cosa che prende fuoco per iniziativa popolare sono i campi nomadi!

QUI- Non fare il nichilista di merda… Ste cose dei campi nomadi sono pilotate dai fascisti, si stanno coltivando un po’ di manovalanza di destra e fanno ste cose sotto gli occhi delle telecamere.

QUO- No, sei tu che ti sbagli: la destra sta facendo un lavoro serio, da anni, sia i fasci vecchia maniera che i leghisti, per creare un’opinione pubblica qualunquista, forcaiola e stanno pure bene attenti a pompare su temi come salute, ecologismo, ecc. che una volta non erano terreno loro.

QUI- Sarà che non mi capacito che i fasci si stiano ricostruendo la base sociale, mentre noi negli anni scorsi avevamo avuto crescita reale siamo di nuovo al palo… Ma vi ricordate il periodo del G8? A Genova molti di noi ci sono stati ed è stato un momento bellissimo, anche le azioni di Genova e Bologna che avevamo portato a termine in quei giorni avevano un ottimo riscontro.

ARCHIMEDE PITAGORICO- Qua torniamo alla forza delle azioni, se al posto della polvere pirica, nel pacco aperto dal carabiniere di S. Fruttuoso ci fosse stata dinamite, le cose sarebbero andate meglio.

QUI- Si la febbre degli sbirri da alta sarebbe altissima, ma per farla altissima sarebbe stato meglio scendere in piazza non solo con la benzina ma con le pistole, i meccanismi di recupero fatti poi sarebbero stati più difficili.

ARCHIMEDE PITAGORICO- Ci serva da lezione la prossima volta.

QUI- Comunque anche l’attacco successivo alla questura di Genova, quello fallito per un pelo, ha dato buoni risultati! Il movimento sarà ancora colpito nel vivo dalle porcate della repressione, nel sociale la reattività era buona. Io personalmente ho sentito entusiasmo anche da quelli che ultimamente non fanno altro che criticare e fare distinguo su quel che succede.

QUO- Guarda che anche allora è andata così: tutti contenti per la bomba sotto il culo dei questurini poi è arrivata la rivendicazione e giù con i soliti distinguo… la paura di ritorsioni sbirresche sul movimento viene cervelloticamente mascherata da rifiuto ideologico delle rivendicazioni, perché l’azione non rivendicata è riproducibile, frutto del mare del sociale ribelle mentre quella con la firma è di un’avanguardia…ma questi sono solo giochi di parole..

PIPPO- Sì ma tranquillo che non è per tutti così! In questi anni sono nati almeno sei nuovi gruppi, molte cose sono state fatte, il messaggio è passato per non parlare di tutte le azioni non rivendicate o diversamente rivendicate che continuano a succedere.

PAPERINA- Tra l’altro anche i comunisti si stanno muovendo negli ultimi mesi, ho letto di diverse azioni, una a Livorno una a Milano mi pare.

QUO- Paperina, anche io ho momenti di pessimismo, come tutti ma l’alternativa mi piace ancora meno… Non ho voglia di richiudermi in qualche circoletto frequentato da cervelli impolverati, non voglio più partecipare a manifestazioni che sembrano cortei funebri di un idea precocemente spirata, non voglio diventare l’assistente sociale degli oppressi, né il gestore di un bar alternativo, visto che anch’io sono un oppresso, non mi resta che agire… è semplice.

QUI- Sai che è quello che stiamo continuando a fare, ma sai anche che non sempre nei luoghi, fra virgolette ufficiali di movimento si parla male di quello che facciamo.

QUO- Non mi interessano gli spettatori più o meno soddisfatti, e poi almeno io conosco quali ambienti fasulli siano alcuni di questi in realtà, dove si fanno i benefit per i carcerati (o meglio per gli avvocati dei carcerati) per poi demonizzare qualsiasi forma di azione reale che rompe gli schemi preordinati…

PIPPO- Prima di sputare sentenze pensa al positivo, la crescita anche se minima c’è stata. Almeno all’inizio sui giornali, su internet, nelle varie realtà di movimento un grosso dibattito si è aperto sul velleitarismo o meno della nostra lotta, non sempre le vecchie cariatidi sono riuscite ad impedire ai compagni più giovani di farsi qualche domanda, e non ti dimenticare che proprio tra i più giovani molti si sono avvicinati grazie all’onda lunga del G8, e a Genova le pratiche messe in atto non erano certo da pacifisti o da FAI–formali.

ARCHIMEDE PITAGORICO- Mi sembra impossibile che da organizzazioni di quel tipo, anche per caso possa uscire fuori qualcosa di vitale. Guardate che anche a livello di rapporti di base quello che stiamo vivendo tra noi è impensabile per chi vivacchia utilizzando l’anarchismo come un hobby e circoli ed occupazioni come un dopolavoro. Rischiare la libertà per le proprie azioni ti dona una profondità e naturalezza nell’agire “politico” che un qualsiasi militante della FAI ufficiale o scribacchino si sogna.

PIPPO- Ti chiudo qui questo momento lirico su anime e corpi liberati su cui tra l’altro sono d’accordo (applausi) per farvi notare alcune falle del sistema… La prima è che le campagne proposte al di fuori dei 4 gruppi fondatori non sono mai state appoggiate dagli stessi. Per esempio FAI/Rivolta Animale non ha avuto risposta alcuna, per quanto ne so io e neppure il gruppo FAI/Cellule Metropolitane, con i suoi attacchi alle agenzie interinali a Milano, anche se ha agito contemporaneamente con FAI/Solidarietà Internazionale con l’attacco al carcere.

PAPERINA- E’ stata una coincidenza -piacevole di sicuro- ma non ne sapevamo nulla.

PAPERINO- Un problema è sempre quello della comunicazioni, la notizia dell’attacco animalista noi l’abbiamo avuta in ritardo, i mass media a livello nazionale non ne hanno parlato o ci è sfuggita subito, quando l’abbiamo saputo eravamo già impegnati su altro.

PAPERINA- Sicuramente l’informazione e la comunicazione sono i nostri punti deboli, ma questa apparente disgregazione è anche la nostra forza, il nostro punto di imprevedibilità. Se neppure noi a parte i pochi qui, ci conosciamo tutti e tanto meno riusciamo a capire la forza numerica e la collocazione dei vari gruppi e quello che bolle in pentola, figuratevi la repressione.

QUI- I mass media possono censurarci, ma dal momento che lo stanno facendo è una vittoria per noi, dimostriamo che la loro libertà d’informazione, e sto parlando anche di certi canali alternativi è andata a farsi sfottere…

PIPPO- Ciò non toglie che se non fanno passare le rivendicazioni e se distorcono l’entità delle azioni possono crearci grossi problemi, l’informazione non la possono garantire i giornali di movimento o almeno non solo loro, altre alla repressione che gli si carica addosso hanno comunque una diffusione limitata. Con internet va un po’ meglio ma anche i siti di movimento non è che vengano visti da milioni di persone…

ARCHIMEDE PITAGORICO- Bisogna continuare ad insistere sulla spettacolarità sulla visibilità massima… Se i fuochi d’artificio sono potenti li vedono e sentono tutti, il gioco è fatto! Basta far capire che non sono poi così complicati da costruire!

PAPERINA- Intanto io continuo a pensare ai meccanismi della repressione, magari in scala più diffusa vorrei fare una campagna in solidarietà agli arrestati anarchici, di quelle classiche per intenderci…

ARCHIMEDE PITAGORICO- Di questo e dei particolari tecnici che volevo socializzare ne parliamo dopo ora vorrei fare un’ultima osservazione, ognuno per conto sui e Solidarietà Internazionale con la sua scelta di rendere più capillare la loro azione, io con i miei fuochi d’artificio, QUI QUO QUA con quello che riusciranno a trovare mi sembra che l’indicazione sia quella di continuare, qualcuno di noi ha parlato di meno, magari aggiungerà delle correzioni, per stanotte mi sembra che basti, a domani, ora BRINDIAMO ALLA RIVOLTA E ALL’ANARC!!!!

Non dite che siamo pochi

Alle nostre sorelle e fratelli della FAI/Fronte Rivoluzionario Internazionale un contributo ragionando su comunicazione, organizzazione e lotta armata, all’alba di una nuova epoca

Non dite che siamo pochi
E che l’impegno è troppo grande per noi.
Dite forse che due o tre ciuffi di nubi
Sono pochi in un angolo di cielo d’estate?
In un momento si stendono ovunque…
Guizzano i lampi, scoppiano i tuoni
E piove su tutto.
Non dite che siamo pochi
Dite solamente che siamo.

Lee Kwang Su

 

Noi i compagni della “FAI/Cooperativa artigiana fuoco e affini (occasionalmente spettacolare)/ Fronte Rivoluzionario Internazionale” e della “FAI/Brigata 20 luglio/ Fronte Rivoluzionario Internazionale” rivendichiamo in questo scritto frutto di un incontro a più voci, a nome delle compagne “FAI/ Sorelle in armi nucleo Mauricio Morales/Fronte Rivoluzionario Internazionale” i pacchi bomba che nel marzo 2011 hanno portato al grave ferimento del tenente colonnello della folgore Alessandro Albamonte, il pacco bomba che ha leggermente ferito le impiegate degli uffici della Swissnuclear, ed il pacco bomba al carcere di Koridallos in solidarietà con le nostre sorelle e fratelli delle “Cospirazione delle cellule di fuoco/FAI/ Fronte Rivoluzionario Internazionale”. Negli ultimi tempi nelle metropoli che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo le strade sono continuamente animate da sempre più accese proteste e manifestazioni degli oppressi non più disposti a subire l’oppressione del dominio: dalla Grecia alla Tunisia, dalla Spagna alla Libia, la miccia continua a bruciare. In una di queste strade ci siamo incontrati ed abbiamo deciso di approfondire la discussione su quanto si muove negli ambienti dell’anarchismo insurrezionale di mezzo mondo. Nel generale ottimismo delle compagne/i che, nella diversità vedono emergere focolai sempre nuovi di lotta, in un dialogante e vitale confronto informale internazionale, è emersa una voce dissonante. Era una nostra compagna delle “Sorelle in armi nucleo Mauricio Morales” che con rabbia ci ha comunicato la censura del comunicato/dibattito che rivendicava le azioni succitate. Si tratta di 12 rivendicazioni recapitate per posta ordinaria a varie realtà del movimento anarchico in lingua italiana, nessuna è stata pubblicata impedendo una comunicazione vitale per la crescita internazionale del dibattito informale. Oggi sappiamo che questa censura è solo la reazione disperata di un vecchio anarchismo ammorbato dal burocraticismo assembleare e dall’ossessione della lotta nel sociale trasformata in istupidimento nella lotta parziale. Dalle ceneri del vecchio e glorioso anarchismo individualista, un nuovo insurrezionalismo sta nascendo. Come avevano scritto le nostre sorelle nella loro rivendicazione mai arrivata: “per la prima volta nella storia un organizzazione informale una federazione di gruppi informali a livello mondiale si è fatta carne sanguinando e facendo sanguinare”. L’organizzazione informale non è più una fantasia astratta, un soliloquio in bocca ad un pugno di compagne/i più o meno dotti, più o meno sinceri. In questi ultimi anni in varie parti del mondo i nuovi nichilisti hanno scatenato preoccupazione ai vari stati e timore e ostilità nella parte ufficiale dei movimenti anarchici. Il nuovo anarchismo farà della fantasia distruttiva la propria forza e cementerà nell’atto nichilista la propria coerenza. Da quando abbiamo lanciato la proposta di una “Federazione Anarchica Informale” molta acqua è passata sotto i ponti. Oggi grazie alle sorelle e fratelli della “Cospirazione delle cellule di fuoco” che l’hanno rilanciata la “FAI/Fronte Rivoluzionario Internazionale” la “FAI/Rete Globale”, “L’International Network of action e solidarity”, la “Federacion Anarquista Informal-Red Global” …. Con i suoi mille nomi è diventata una realtà. Realtà che mai come in questo momento ha bisogno di crescere attraverso lo strumento dell’organizzazione informale sul piano mondiale grazie ad una federazione di gruppi d’azione. Decine e decine di cellule , nuclei, movimenti e singole-i compagne-i che in maniera diffusa e orizzontale uniti da un solido e chiaro patto di mutuo appoggio muovono guerra in maniera caotica e distruttiva all’esistente.

In Grecia:
– Cospirazione delle cellule di fuoco/FAI/ Fronte Rivoluzionario Internazionale
– Fronte Rivoluzionario Internazionale/ Cospirazione delle cellule di fuoco/ Gruppi rivoluzionari per la diffusione del terrore nucleo dei vandali
– Fronte Rivoluzionario Internazionale/ Complicità terrorista guerrieri dell’abisso comando Severino di Giovanni
– Fronte Rivoluzionario Internazionale/Condotte devianti per la diffusione del terrorismo rivoluzionario/ Cellula d’azione anarchica
– Cellula di Solidarietà Rivoluzionaria-FAI
– Fronte Rivoluzionario Anarchico/condotte devianti per la diffusione del terrorismo rivoluzionario/Cellula di attacco riflessivo
– FAI/Cell of Aggressive Coscience
– Fronte Rivoluzionario Internazionale/Cospirazione cellule di fuoco/ Gruppi rivoluzionari per la diffusione del terrore/ Cellula Anormal-Heretics

In Indonesia:
– FAI Informal Anarchist Federation, Indonesia Section.

In Messico:
Le due anime dell’insurrezionalismo messicano (FLA-FLT) e le Celulas Autonomas de Revolucion Inmediata Praxedis G. Guerriero.
– Federacion Anarquista Informal/Acrata
– Frente de Liberacion de la Tierra (FLT)/ Red Internacional de accion y solidaridad Grupo Informal Anti-civilizacion
– Frente de Liberacion de la Tierra (FLT)/ Federacion Anarquista Informal- Red Global
– Nucleo Insurrecto Sole-Baleno de las Celulas Autonomas de revolucion inmediata Praxedis Guerriero/FAI
– Comando de Individuos Libres, Peligrosos, Salvajes e Incendiarios por la Peste Negra /FAI/Red Global
– Luddistas contra la domesticacion de la naturalezza Salvaje/FAI/Red Global
– Celula Eco Anarquista por el ataque directo/FAI/Red Global
– Brigada de accion Revolucionaria por la propaganda por el hecho y la accion armada-Simon Radowisky/FAI/ Red Global

In Cile:
– Frente Internacional Rivoluzionario/Comando Insurrecional Aracely Romo
– Comando 8 de dicembre Coordinamento Internacional FAI

In Russia:
– ELF Russia Informal Anarchist Federation (FAI)/International Network of action e solidarity/ Fronte Rivoluzionario Internazionale

In Perù:
– Circulo de accion Iconoclasta/FAI

In Olanda:
– Cospirazione delle cellule di fuoco- cellula olandese

In Inghilterra:
– Federazione Internazionale anarchica informale/FAI

In Italia:
– FAI/Cooperativa Artigiana fuoco e affini (occasionalmente spettacolare)/Fronte Rivoluzionario Internazionale.
– FAI/Brigata 20 Luglio/Fronte Rivoluzionario Internazionale
– FAI/Sorelle in armi nucleo Mauricio Morales/ Fronte Rivoluzionario Internazionale
– FAI/Cellula rivoluzionaria Lambros Fountas
– FAI/ Solidarietà Internazionale
– FAI/Rivolta Animale
– FAI/Nucleo Rivoluzionario Horst Fantazzini
– FAI/Cellule contro il Capitale il Carcere i suoi Carcerieri e le sue Celle
– FAI/Cellule armate per la solidarietà internazionale
– FAI/Rivolta Anonima Terribile (RAT)
– FAI/Cellule metropolitane
– FAI/Narodnaja Vojla

Sono dieci anni che attraverso l’azione con i nostri limiti, ma con costanza cerchiamo di concretizzare tale progetto organizzativo. Naturalmente la crescita non sarà lineare e progressiva, ci saranno alti e bassi, per lunghi e brevi periodi in cui quasi tutto tacerà per poi riprendere più forte che mai in un paese che magari neanche immaginiamo. Ogni gruppo e singolo con la sua forza, la sua volontà darà il proprio contributo d’azione e di comunicazione aiutando tutti gli altri ad aggiustare il tiro. La repressione ha già colpito duramente in Grecia. Le nostre sorelle e fratelli delle “Cellule di fuoco” continuano a lottare dentro le mura partecipando con i loro scritti, in maniera eccezionale, a questo assestamento organizzativo. Senza conoscerci siamo un’unica cosa, nelle tante diversità siamo la mano che spezzerà le catene. In un primo momento ciò che ci legherà sarà la solidarietà rivoluzionaria attraverso quello che stupidamente alcuni anarchici definiscono “movimento fittizio”, non riuscendo a capire che proprio nella solidarietà che si tempra qualunque progetto rivoluzionario. Nella nostra storia noi della FAI italiana abbiamo sempre agito senza mediazioni in lotte “sociali”: lotta al FIES, lotta contro i CIE, mai rapportandoci in maniera demagogica dall’alto in basso. Abbiamo sempre agito come individui non volendo indottrinare nessuno. Ciò che ci distrugge distruggiamo ciò che non ci uccide ci rafforza. Gli unici limiti che poniamo alla nostra azione sono di carattere etico. In un mondo diviso in inclusi ed esclusi noi con la nostra azione abbiamo fatto una scelta. Non ci interessa una società divisa in classi non vogliamo nessuna dittatura di una classe su un’altra, vogliamo l’anarchia! Milioni di microcosmi dove ogni individuo potrà sperimentarsi liberamente. Qualcosa di molto simile a quello che sperimentiamo ogni giorno attraverso l’azione, elaborare il modo migliore di organizzarsi senza cedere la propria libertà individuale. È entusiasmante crescere in questa esperienza organizzativa insieme a sorelle e fratelli che mai abbiamo visto e che probabilmente mai vedremo. È entusiasmante come in un determinato momento storico individui che non si conoscono arrivino alle stesse conclusioni. Non sappiamo come si evolverà la FAI/Fronte Rivoluzionario Internazionale, le possibilità sono enormi e inimmaginabili. Potrebbe estinguersi in un lampo o crescere in maniera esponenziale. La nostra crescita sarà soprattutto qualitativa, crescita consistente proprio nelle potenzialità inimmaginabili dell’organizzazione informale. Ci vorrà molto tempo prima che la FAI/Fronte Rivoluzionario Internazionale dia il meglio di sé, prima che l’organizzazione informale crei problemi reali a questo stato di cose. È una guerra di resistenza quella anarchica che è iniziata più di un secolo fa. Con i suoi alti: il contributo dato alla comune di Parigi, l’epoca della propaganda col fatto, l’epoca delle grandi rivoluzioni ed i suoi bassi: il sindacalismo, la non violenza, il municipalismo libertario tutto ciò che secondo noi va sotto il nome di compromesso. Il nostro percorso sarà lungo e caratterizzato da una continua comunicazione attraverso l’azione. La comunicazione è il fulcro di tutta la nostra struttura informale e ne è anche il punto debole. Fino ad un anno fa i nostri comunicati-azione potevano essere letti sulle prime pagine di tutti i maggiori quotidiani italiani, questo ci serviva per comunicare. Oggi il potere (era inevitabile) si è reso conto del pericolo insito in questa comunicazione e censura non l’azione ma il comunicato, il messaggio. Per velocizzare i tempi di diffusione di questo scritto e raggiungere il maggior numero possibile di realtà anarchiche abbiamo deciso di usare la posta elettronica. Tale scelta è dovuta anche alla scarsezza di pubblicazioni di lingua italiana disposte e capaci a dar spazio a quanto di nuovo si sta muovendo nel movimento anarchico a livello internazionale. Per aumentare la riproducibilità di un’azione, secondo noi, questa deve essere motivata, rivendicata. Il potere altrimenti la inquinerebbe stravolgendone il significato e rendendola di fatto sterile e questo, noi che scriviamo, lo sappiamo bene per averlo sperimentato direttamente sulla nostra pelle più volte. Un azione distruttiva rimane pur sempre una bellissima cosa, anche se non rivendicata. E può essere fatta anche per il solo piacere di farla. Fare qualcosa di giusto fa sempre bene. Ma a noi non basta, noi questo sistema vogliamo farlo crollare. Più riproducibile è l’azione, maggiore è la sua reale potenzialità distruttiva, più i ribelli capiscono che una resistenza concreta esiste maggiormente verranno spinti all’azione. In passato e ancora oggi a qualcuno di noi è capitato individualmente di partecipare ad azioni non rivendicate con compagne e compagni che naturalmente non facevano parte della FAI/Fronte Rivoluzionario Internazionale, questo per apportare dati tecnici che potrebbero salvare la preziosissima vita delle compagne-i, e perché no, per imparare qualche tecnica nuova. Noi della FAI italiana continuiamo a percorrere tutte le strade che possano affluire nel fiume rivoluzionario. Scontri di piazza, lotte popolari, progetti di lotta radicale più circoscritti contribuiscono tutti a dar nuova linfa alle nostre pratiche d’attacco. Sono dieci anni che agiamo indisturbati. Il potere colpisce a destra e manca con operazioni repressive sempre più fantasiose, ma finora nessuno di noi è mai stato colpito. Ci dispiace moltissimo per le compagne-i che vengono arrestati e inquisiti, ma meglio che le-i colpevoli rimangano fuori, liberi di colpire e ancora colpire. Qualcuno di noi forse cadrà, ma verrà presto rimpiazzato da altri gruppi. Speriamo in quell’occasione di comportarci come le sorelle ed i fratelli delle “Cellule di fuoco”, che continuano con coraggio e coerenza la lotta all’interno delle mura di un carcere che siamo sicuri salterà. La critica deve sempre essere attiva e sveglia. La critica e l’autocritica ci devono salvare dall’autoreferenzialità che ci porterebbe questa si al fittizio, verso il nulla. Come abbiamo già detto in passato e preferibile che i gruppi di affinità non si conoscano tra di loro, per contrastare meglio la repressione, ma se capita come è capitato a noi, di ri-conoscerci in ambito di movimento, a quel punto i rischi aumentano contemporaneamente alle prospettive immediate. Esempio aumento delle capacità tecniche, aumento probabilità di procurarsi armi ed esplosivi, maggiore possibilità di appoggio ai compagni costretti alla clandestinità. Abbiamo letto con molta attenzione “Il sole continuerà a sorgere” delle “Cospirazione delle cellule di fuoco”, e siamo arrivati alla conclusione che i tre punti chiave per l’accordo informale della seconda generazione delle “cellule di fuoco” possano diventare i punti chiave della “FAI/Fronte Rivoluzionario Internazionale”. In questi tre punti si rispecchiano le nostre caratteristiche principali. La prima: l’azione diretta distruttiva come elemento indispensabile e imprescindibile. Azione che può andare dal lancio di una molotov all’assassinio, senza alcuna gerarchia di importanza, ogni gruppo o individuo deciderà come meglio vorrà, nel rispetto della propria etica rivoluzionaria che sicuramente mai dovrà acconsentire a colpire nel mucchio. Questo punto dovrà dare origine secondo la nostra prospettiva ad una nuova guerriglia anarchica e nichilista, mille e mille fuochi ovunque contro il capitale. Il secondo punto qualificante importantissimo e quello di non farci mai i portavoce, i rappresentanti di nessuno. Non rappresentiamo che noi stessi, donne e uomini, in perenne rivolta contro l’esistente, contro il potere politico, il potere tecnologico, il potere del capitale che su tutti i piani rischia di annientare l’intera vita su questo pianeta. In noi naturalmente nessuna speranza in una classe che imporrà la sua dittatura su un’altra, che poi si riduce sempre alla dittatura dei “rappresentanti” di una classe su tutti gli altri. In noi nessuna solidarietà nei confronti dei sottomessi, che se pur sfruttati non muovono un dito per sollevarsi, contribuendo così anche alla nostra oppressione. Ciò che ci qualifica di più è il rifiuto della delega, della “rappresentanza”, la nostra rivolta è individuale ed è lì che il nostro anarchismo si fa nichilismo e rivoluzione attraverso lo strumento organizzativo della federazione informale. Il terzo punto caratterizzante: la solidarietà rivoluzionaria internazionale. Le compagne-i che aderiscono a questo accordo informale dovranno lanciare campagne di lotta che verranno raccolte dagli altri gruppi del FAI/Fronte Rivoluzionario Internazionale con i loro tempi e modi. Tre punti semplici e diretti che secondo noi segnerebbero un passo avanti per la nostra organizzazione informale, ampliando nella sua visione “anti-sociale” e “nichilista” il documento fondativo FAI: “Chi siamo lettera aperta al movimento anarchico ed antiautoritario”. Tutto ciò che riguarda la “FAI/Fronte Rivoluzionario Internazionale” è in caotica e continua evoluzione, a cominciare dai suoi tanti nomi e definizioni. Siamo solo all’inizio, la “Cospirazione delle cellule di fuoco” è il motore di questa esplosione di vitalità rivoluzionaria. Il motore propulsore di una federazione informale che sta crescendo e che ha superato i confini, che per noi anarchici vanno abbattuti, quelli delle nazioni. Qualunque scritto organizzativo, analisi e critica uscirà dalle azioni della FAI/Fronte Rivoluzionario Internazionale non sarà mai quello definitivo. La nostra federazione informale è in continua evoluzione. Le compagne ed i compagni del Fronte Rivoluzionario Internazionale sparsi per il mondo tra un incendio e l’altro, già contribuiscono all’analisi ed alla crescita di questo progetto. Le nostre sorelle e i nostri fratelli che sono imprigionati sono la nostra più grande forza, la loro analisi ci apre gli occhi, la nostra rabbia ed odio per il loro arresto ci dà forza. Un continuo e infinito assestamento organizzativo, in fondo questa è la Federazione Informale, in prospettiva non di una futura lontanissima rivoluzione mondiale che non sappiamo quando, se mai arriverà, ma in prospettiva della qualità stessa della nostra esistenza che in questo momento, qui ed oggi, si realizza pienamente nella lotta armata contro il potere. Noi della FAI-italiana proponiamo come bandiera di questa lotta il simbolo delle “Cospirazione delle cellule di fuoco”, le 5 frecce di diversa lunghezza e da diverse direzioni che colpiscono unite il potere. Ad indicare la miriade di gruppi e singoli del Fronte Rivoluzionario Internazionale /FAI che con varia intensità ma uniti da un patto di mutuo appoggio colpiscono senza respiro. Le frecce sono sormontate da una stella nera con una A all’interno, simbolo del nostro anarchismo, sopra la stella il nome del gruppo del Fronte Rivoluzionario Internazionale che rivendica l’azione. Ci siamo decisi per una simbologia perché la storia della “Cospirazione delle cellule di fuoco” ci è entrata dentro e ha fatto breccia nei nostri cuori di ribelli. Questo, naturalmente, se le compagne-i greci sono d’accordo. In un periodo di crisi mondiale a tutti i livelli, darsi una struttura anarchica informale vuol dire smettere di aspettare gli eventi e andare verso la rivoluzione. Nei paesi arabi i regimi crollano per dare origine ad altri regimi, questa volta democratici. Le super potenze mondiali hanno gioco facile a influenzare gli eventi, l’Europa è sull’orlo del collasso, non bisogna rimanere con le mani in mano, legati a vecchi schemi organizzativi che hanno già dato in passato il peggio di sé. Darsi una Federazione Anarchica Informale vuol dire incidere concretamente nel panorama delle lotte degli esclusi di tutto il mondo, vuol dire incidere concretamente nella lotta che la natura ogni giorno intraprende contro la criminale “tecnologia” umana. Incidere attraverso la concretezza di attacchi diffusi sul territorio. Attacchi che non sono mai mancati, ma che legati tra di loro da una rete informale internazionale basata sul patto di mutuo appoggio, diventano più visibili, più virulenti, moltiplicandone la diffusione e di fatto il potenziale sovversivo. Come abbiamo già detto non crediamo di avere la verità in tasca, ma siamo convinti che in certi momenti della storia le idee si impongono da sole, oggi è arrivato il momento di dare il contributo concreto che forse farà la differenza. Una bella scommessa quella che facciamo, la più bella scommessa che un rivoluzionario anarchico possa fare, lanciare il cuore oltre l’ostacolo e vedere cosa succede. Noi della FAI/Cooperativa artigiana fuoco ed affini (occasionalmente spettacolare)/Fronte Rivoluzionario Internazionale e della FAI/Brigata 20 luglio/Fronte Rivoluzionario Internazionale aderiamo alla campagna di solidarietà rivoluzionaria che le compagne FAI/Sorelle in armi nucleo Mauricio Morales hanno iniziato con il pacco bomba al carcere di Koridallos. Una volta all’anno colpiremo in solidarietà con le nostre sorelle e fratelli della Cospirazione delle cellule di fuoco finché non verranno rimessi in libertà. Le decine e decine di anni di galera a cui sono stati condannati si trasformeranno in un tragico boomerang per lo stato greco. Gli interessi di questo stato in Italia verranno colpiti, anno per anno, con sempre maggiore durezza. Invitiamo gli altri gruppi e singoli della FAI/Fronte Rivoluzionario Internazionale sparsi per il mondo a fare altrettanto.

LUNGA VITA ALLA COSPIRAZIONE DELLE CELLULE DI FUOCO
VIVA LA FAI//FRONTE RIVOLUZIONARIO INTERNAZIONALE

FAI/Cooperativa artigiana fuoco ed affini (occasionalmente spettacolare)/Fronte Rivoluzionario Internazionale

FAI/Brigata 20 luglio/Fronte Rivoluzionario Internazionale

Gennaio 2004

Comunicato della FAI/Solidarietà Internazionale

Noi portiamo un nuovo mondo qui, nei nostri cuori.
Quel mondo sta crescendo in questo istante.
B. Durruti

Milano – Nella notte fra domenica e lunedì con due esplosioni abbiamo cercato di stanare la sbirraglia del lager di S. Vittore in solidarietà:
– con gli anarchici detenuti in Italia, Svizzera, Spagna e Germania
– con quanti lottano nei moduli FIES delle prigioni spagnole
– con quanti subiscono torture e violenze quotidiane nelle carceri

Con questo attacco vogliamo aderire alla campagna di lotta contro carceri e carcerieri lanciata dalle Cellule Armate per la Solidarietà Internazionale/FAI e rispondere alla chiamata alla solidarietà con i prigionieri anarchici in Italia e Germania. Non è nostra intenzione dilungarci qui sulla necessità di distruggere tutte le carceri, pilastri del sistema repressivo necessario a mantenere una società basata su autorità e sfruttamento. Esse assieme a sbirri, magistrati e soldati sono il baluardo fortificato dietro cui i potenti stanno asserragliati, qualsiasi sbrecciatura gli sfruttati creino in questi muri ne avvicina la demolizione. Il nostro rifiuto di quel coacervo di cemento e dolore che sono le galere non ammette mediazioni così come la nostra dinamite non fa distinzioni tra guardie più o meno buone, più o meno coscienti dell’infamia rappresentata dalla divisa che indossano. Noi colpiamo tra quell’ammasso di appendici umane ad un mazzo di chiavi e ad un paio di manette, come la repressione colpisce nel mucchio dei compagni anarchici. In riferimento all’operazione “Cervantes” che ci ha chiamato in causa, direttamente e confusamente, vogliamo fare un po’ di chiarezza. I magistrati elencano una lunghissima serie di attacchi contro il dominio avvenuti negli ultimi anni, alcuni rivendicati da differente gruppi, alcuni anonimi unificandoli come tutti riconducibili alla FAI, attribuendogli in tal modo d’ufficio un’appartenenza appetibile ai fini repressivi. A tali miseri figuri dalle capacità intellettive sostituite da un chiavistello l’invito a riprendere in mano la grammatica, indi ridare un’occhiata a quanto abbiamo scritto nel documento “lettera aperta al movimento anarchico e antiautoritario” in cui spiegavamo i motivi della nascita della FAI piuttosto che dar sfogo ai loro istinti forcaioli. Ai compagni e ai ribelli ancora una volta ribadiamo che le azioni della FAI sono solo quelle fatte da coloro che ne condividono il progetto e scelgono di firmarle anche come tali. La struttura minima che ci siamo dati assieme ad altri compagni non ha mire egemoniche, qualsiasi tensione accentratrice ed autoritaria è lontana dalla nostra etica anarchica. E’ uno strumento utile a moltiplicare i percorsi e l’intensità dell’attacco. Non è nostro interesse contribuire a creare un forte gruppo a cui, ammirati o intimoriti, si guardi a distanza; cerchiamo di intrecciare i fili della rivolta concorrendo a tenere aperta la possibilità della rivoluzione sociale.

 

LIBERTA’ PER TUTTI I RIVOLUZIONARI PRIGIONIERI!!!

FUOCO ALLE CARCERI E AI CARCERIERI!!!

LA RIVOLTA È CONTAGIOSA E RIPRODUCIBILE!!!

N.B.: Invitiamo calorosamente, per evitare spiacevoli conseguenze, pompieri, personale medico e di pronto soccorso, curiosi e passanti, proprietari di auto troppo apprensivi, ecc., a tenersi alla larga da dove esplodono e/o si incendiano auto, moto, bici et similia, specie in prossimità degli edifici del dominio. Lasciate che siano solo le forze dell’ordine ad avvicinarsi, se proprio scoppiano dalla curiosità di vedere che succede.

FAI/Solidarietà Internazionale

Novembre 2004

1° cestino – Portavivande con polvere nera
2° cestino – Caffettiera con parte superiore segata ripiena di dinamite

Pacchi bomba alla sede del SAPPE e all’Associazione Nazionale Carabinieri di Roma

Comunicato della Federazione Anarchica Informale/Cellule armate per la solidarietà internazionale

Non ci sono mezzi pacifici, legali per uscire da questa situazione.
Contro la forza fisica che ci sbarra il cammino c’è solo l’appello alla forza fisica,
solo alla rivoluzione violenta.
Errico Malatesta

Abbiamo attaccato alcuni tra i diretti responsabili della violenza e del terrore di Stato, gli esecutori materiali delle torture e dei soprusi che quotidianamente si consumano nelle carceri e nelle caserme nei confronti di chi si ribella e non subisce passivamente il dominio dello Stato e la repressione dei suoi servi in divisa. Ci auguriamo che questa azione sia incisiva tanto quanto comunicativa, in grado di vendicare ogni violenza subita e di terrorizzare coloro che con la violenza legittimano il loro potere.

In questo modo vogliamo proseguire la campagna rivoluzionaria contro il carcere iniziata con l’attacco al DAP nell’aprile scorso ed arricchitasi del contributo dei compagni di Solidarietà Internazionale.

Solidarietà ai prigionieri in lotta contro le torture, i moduli di isolamento e le brutalità del sistema carcerario.

Solidarietà agli anarchici colpiti dalla repressione in Italia, Spagna, Germania e in ogni parte del mondo.

Ai protagonisti delle varie operazioni repressive, magistrati, sbirraglia varia, ed altri loro collaboratori, diciamo: il vostro colpire nel mucchio non farà che accrescere la nostra rabbia, sempre pronta a esplodervi tra le mani in qualunque posto vi troviate. Non ci fermerete.

 

Viva la FAI Viva l’Anarchia
Federazione Anarchica Informale/Cellule armate per la solidarietà internazionale

Dicembre 2004.

 

Rivendicazione azione contro Prodi, 21 dicembre 2003

F.A.I./Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare) F.A.I./Brigata 20 luglio F.A.I./Cellule contro il Capitale, il Carcere, i suoi Carcerieri e le sue Celle F.A.I./Solidarietà internazionale.

Chi siamo: lettera aperta al movimento anarchico ed antiautoritario

Per superare i limiti delle singole progettualità e per sperimentate le reali potenzialità dell’organizzazione informale, nel nostro caso quella di una federazione di gruppi d’azione o singoli individui, abbiamo dato vita alla Federazione Anarchica informale. Convinti che solo un’organizzazione priva di centro decisionale, caotica e nello stesso tempo orizzontale dove nessun gruppo o capetto imponga la propria autorevolezza possa soddisfare la nostra necessità di libertà qui e ora. Miriamo a uno strumento organizzativo che rispecchi in sé la visione della società anarchica per cui lottiamo. Strumento organizzativo quindi non il ricalcare le orme di un partito armato di vecchia memoria, non un’organizzazione finalizzata alla ricerca di adepti: uno strumento, l’organizzazione informale, da utilizzare per testarne l’efficacia, l’effettiva capacità di accrescere qualità e continuità dell’agire rivoluzionario, strumento organizzativo altrimenti inutile e destinato ad autodissolversi. Conciliare organizzazione e dibattito teorico/pratico con l’anonimato di gruppi/singoli è possibile mediante un dialogo diffuso attraverso le azioni: che oltre ad apportare il loro specifico discorso distruttivo veicolano anche altri messaggi (attraverso modalità e mezzi utilizzati, obiettivo comunicazione) indipendentemente dai danni materiali. Tutto ciò nella consapevolezza che non sarà certo una minoranza, per quanto bene armata, a fare la rivoluzione, ma decisi a non posticipare la nostra insurrezione in attesa che tutti siano pronti: convinti, oggi come sempre, che il più semplice fatto diretto contro le istituzioni, comunichi meglio che non migliaia di parole.

FEDERAZIONE perché ne amiamo il senso di ramificazione diffusa e orizzontale: federazione di gruppi o singoli, donne e uomini, liberi ed uguali accomunati dalle pratiche di attacco al dominio, consci del valore del mutuo appoggio e della solidarietà rivoluzionaria come strumenti di liberazione. Intendiamo la federazione come rapporti stabili nel tempo, ma allo stesso tempo fluidi, in continua evoluzione grazie all’apporto di idee e pratiche dei nuovi gruppi o individui che decideranno di farne parte. Pensiamo ad un’organizzazione non democratica: senza assemblee plenarie, rappresentanti, delegati o comitati, priva di tutti quegli organi che favoriscono la nascita di leader, l’emergere di figure carismatiche o l’imposizione di specialisti della parola. La comunicazione si baserà sul dibattito orizzontale e anonimo, prodotto dalla pratica stessa (rivendicazione delle azioni) e dalla diffusione di teorie tramite gli strumenti informativi del movimento, in sintesi nell’eliminazione dell’assemblea sostituita dal dibattito orizzontale-anonimo tra gruppi/singoli comunicanti attraverso la pratica stessa. La federazione è la nostra forza, la forza di gruppi/singoli che si sostengono nell’azione, attraverso un patto di mutuo appoggio ben definito.

ANARCHICA perché vogliamo la distruzione dello stato e del capitale per vivere in un mondo in cui “domini” la libertà e l’autogestione, dove sia possibile ogni tipo di sperimentazione sociale che non comporti lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla natura. Radicalmente avversi a qualunque cancro marxista, sirena incantatrice che incita alla liberazione degli oppressi ma in realtà macchina incantatrice che schiaccia la possibilità di una società liberata per sostituire un dominio ad un altro.

INFORMALE non avendo nessun tipo di concezione avanguardista e non sentendoci neppure parte di un’illuminata minoranza agente, ma volendo semplicemente vivere ora e subito il nostro anarchismo, abbiamo ritenuto l’organizzazione informale, quindi l’informalità, l’unico strumento organizzativo che ci potesse garantire da meccanismi autoritari e burocratizzanti salvaguardando la nostra indipendenza come gruppi/singoli e garantendoci un certo margine di resistenza e continuità nei confronti del potere. La Federazione Anarchica Informale pur mettendo in pratica la lotta armata rifiuta la concezione che si basa su monolitiche organizzazioni, strutturate in maniera “classica”: basi, regolari-irregolari, clandestinità, colonne, quadro dirigenti, enormi necessità di denaro. Strutture a nostro parere facilmente intaccabili dal potere: è sufficiente il classico infiltrato o delatore per far cadere come un castello di carte l’intera organizzazione o gran parte di questa. Diversamente in un’organizzazione informale costituita da 1000 singoli o gruppi che non si conoscono fra loro (piuttosto, si riconoscono attraverso le azioni compiute e il pattod i mutuo appoggio che li lega) malaugurati casi di infiltrazione o delazione rimangono circoscritti al singolo gruppo, senza espandersi. Inoltre chi fa parte della Federazione Anarchica Informale ne è militante a tutti gli effetti solo nel momento specifico dell’azione e della sua preparazione, non investe l’intera vita e progettualità dei compagni, ciò permette di mettere definitivamente in soffitta ogni specialismo lottarmatista. Una volta radicati il potere troverà enormi difficoltà a distruggerci.

Il patto di mutuo appoggio è il motore della Federazione Anarchica Informale e si incentra su 3 punti chiave che diventano vincolanti qualora venga condivisa l’impostazione rivoluzionaria anarchica sopracitata, quindi, quando singoli/gruppi scelgono di divenire parte della Federazione Anarchica Informale:

  1. SOLIDARIETA’ RIVOLUZIONARIA. Ogni gruppo d’azione della Federazione Anarchica Informale si impegna a dare la propria solidarietà rivoluzionaria ad eventuali compagni arrestati o latitanti. La solidarietà si concretizzerà soprattutto attraverso l’azione armata, attacco a strutture e uomini responsabili della detenzione del compagno. Non sussiste l’eventualità di mancata solidarietà perché verrebbero meno i principi su cui il vivere e il sentire anarchico si basa. Per appoggio nella repressione non si intende ovviamente quello di carattere di assistenza tecnico/legale: la società borghese offre sufficienti avvocati, assistenti sociali o preti, perché i rivoluzionari possano occuparsi di altro.
  2. CAMPAGNE RIVOLUZIONARIE. Ogni gruppo o singolo una volta iniziata una campagna di lotta attraverso azione e conseguente comunicato verrà seguito dagli altri gruppi/singoli della Federazione Anarchica Informale secondo i propri tempi e modalità. Ogni singolo/gruppo può lanciare una campagna di lotta su obiettivi particolari semplicemente “promuovendo” il progetto attraverso una o più azioni accompagnate dalla firma del singolo gruppo d’azione a cui si aggiunge il richiamo alla federazione nella sigla. Se una campagna non viene condivisa, se ritenuto necessario, la critica si concretizzerà attraverso le azioni/comunicati che contribuiranno a correggerne il tiro o a metterla in discussione.
  3. COMUNICAZIONE TRA GRUPPI/SINGOLI. I gruppi d’azione della Federazione Anarchica Informale non sono tenuti a conoscersi tra di loro, non sussiste la necessità ove altrimenti si rischierebbe di offrire il fianco alla repressione, a leaderismi dei singoli ed alla burocratizzazione. La comunicazione tra gruppi/singoli avviene essenzialmente attraverso le azioni stesse e attraverso i canali informativi di movimento senza la necessità di conoscenza reciproca.

F.A.I./Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare)
F.A.I./Brigata 20 luglio
F.A.I./Cellule contro il Capitale, il Carcere, i suoi Carcerieri e le sue Celle
F.A.I./Solidarietà internazionale

P.S.: Ogni riferimento alla FAI-Federazione autotrasportatori italiani, alla FAI-Federazione Anarchica Italiana e al FAI Fondo Italiano per l’Ambiente è puramente casuale, ci scusiamo con gli interessati.

Anarchismo

2003
Dicembre
Rivendicazione azione contro Prodi, 21 dicembre 2003
F.A.I./Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare) F.A.I./Brigata 20 luglio F.A.I./Cellule contro il Capitale, il Carcere, i suoi Carcerieri e le sue Celle F.A.I./Solidarietà internazionale.
Chi siamo: lettera aperta al movimento anarchico ed antiautoritario

2004
Gennaio
Non dite che siamo pochi
FAI/Cooperativa artigiana fuoco ed affini (occasionalmente spettacolare)/Fronte Rivoluzionario Internazionale
FAI/Brigata 20 luglio/Fronte Rivoluzionario Internazionale

Novembre
Azione contro il carcere di San Vittore
Comunicato della FAI/Solidarietà Internazionale

Dicembre
Pacchi bomba alla sede del SAPPE e all’Associazione Nazionale Carabinieri di Roma.
Comunicato della FAI/Cellule armate per la solidarietà internazionale

2006
Dicembre
Quattro anni… dicembre 2006
Documento-incontro Federazione Anarchica Informale a 4 anni dalla nascita

2012
Maggio
Il marchio della Vita. Cercando una via immaginifica alla distruzione dell’esistente.
Nucleo Olga FAI/FRI, Rivendicazione azione contro Roberto Adinolfi