Contro il neogollismo portare l’attacco al cuore dello Stato

Parallelamente all’aggravarsi della crisi di regime, va affermandosi, con inesorabile cadenza, un processo di controrivoluzione che trova l’intero padronato unito nel tentativo di distruggere il movimento delle lotte e i livelli di organizzazione autonoma e rivoluzionaria che esse hanno prodotto. Ora, se nelle fabbriche l’autonomia operaia è abbastanza forte e organizzata per mantenere uno stato di permanente insubordinazione e conquistarsi un proprio spazio di potere via via crescente, fuori dalla fabbrica essa è ancora debole al punto di non essere in grado di opporre una resistenza agli attacchi della controrivoluzione. Per questo le forze della controrivoluzione tendono a spostare la contraddizione principale fuori dalle fabbriche e impegnare le battaglie decisive per isolare lo scontro di potere dentro le fabbriche per poterlo più facilmente controllare e poi distruggere…

L’iniziativa rivoluzionaria genera inevitabilmente un antagonismo organizzato: la controrivoluzione. Questa è una legge scientifica che regola i rapporti tra le classi e che già Marx aveva messo in chiara evidenza avvertendo che “il progresso rivoluzionario non si fece strada con le sue tragicomiche conquiste immediate, ma, al contrario, facendo sorgere un avversario, combattendo il quale soltanto il partito della insurrezione raggiunge la maturità di un vero partito rivoluzionario…” Tuttavia la controrivoluzione in questa fase non segue un percorso lineare. Al suo interno si scontrano due linee politiche la cui opposizione ha un carattere tattico. L’una è la tendenza golpista, l’altra è la tendenza della “riforma costituzionale” di stampo neogollista. Entrambe giocano una loro funzione specifica all’interno del processo strategico della controrivoluzione.

 

La linea golpista.

… È fondamentale una considerazione: finché ci sarà spazio in Italia per soluzioni controrivoluzionarie che mantengono le apparenze e la forma della democrazia borghese, pur calpestandone la sostanza, saranno queste a prevalere sulla soluzione golpista…

 

Il progetto neogollista di “riforma costituzionale”.

L’aggravarsi della crisi economica, l’incapacità di controllare le tensioni sociali potenzialmente esplosive e le lotte incalzanti del Movimento Operaio […], dimostrano sempre più chiaramente che la crisi di regime in atto non può essere risolta con semplici avvicendamenti di governo. Scartata l’ipotesi del “compromesso storico” – ai gruppi dominanti della Borghesia – non rimane che un’unica scelta: quella della “svolta a destra.” Ma la svolta a destra, questa volta, deve dare delle garanzie di stabilità, organicità e credibilità; deve affrontare tutti i problemi politici, economici, di sicurezza e di ordine pubblico alla radice, con trasformazioni costituzionali precise, che diano una nuova base a tutto il sistema istituzionale del nostro paese. Questo progetto, di cui parlò esplicitamente per la prima volta Leone nel suo discorso della fine dell’anno 1973, mira alla trasformazione della repubblica nata dalla Resistenza nel senso della creazione di una repubblica presidenziale. I punti fondamentali di questo progetto sono: il rafforzamento dell’esecutivo con l’attribuzione di maggiori poteri legislativi e amministrativi al capo dello stato e al presidente del consiglio; lo svuotamento progressivo del potere legislativo attribuito al parlamento; il ricorso alla consultazione popolare diretta attraverso referendum; la revisione della legge elettorale da proporzionale a maggioritaria. Ma un piano tanto ambizioso per poter essere realizzato ha bisogno di una salda unità di direzione politica e soprattutto di un ferreo controllo sui movimenti delle varie forze politiche e sociali in campo.

Per questo il progetto neogollista di “riforma costituzionale” deve essere un progetto armato, e la realizzazione di ogni sua fase cammina di pari passo con un processo crescente di militarizzazione del potere.

 

Il neogollismo è un progetto armato.

L’obiettivo principale delle forze neogolliste è necessariamente il rafforzamento del loro controllo sui centri nodali dell’apparato statale. I “corpi separati” dello stato, che fino ad oggi hanno operato autonomamente e spesso in contraddizione tra loro, devono essere ora ricondotti ad una nuova disciplina… Illuminante a questo proposito è il processo di ristrutturazione in atto nella magistratura. Il neogollismo sta tentando di realizzare ciò che neppure il fascismo era riuscito a fare: costruire una precisa identità tra i propri interessi di potere e la “legge.”

Lo scontro politico del referendum. Il progetto neogollista di “riforma costituzionale” trova nell’attuazione del referendum, oltre che un suo primo momento di realizzazione, l’occasione per stringere attorno a sé tutte le forze della destra, dal MSI alla DC. Il referendum quindi risulta essere per questo progetto una tappa fondamentale, una prima verifica della forza politica complessiva di questo nuovo blocco di potere. La strategia politica della DC, in questa fase, è quella di:

– bruciare definitivamente l’ipotesi di centro-sinistra…

– creare un clima di generale insicurezza che consenta alla DC in testa alle forze neogolliste di presentarsi all’elettorato del referendum come l’unica forza in grado di ridare al paese ordine e tranquillità politica ed economica…

E’ chiaro che se la DC dovesse vincere il referendum in testa alle forze neogolliste, il progetto di “riforma costituzionale” riceverebbe un enorme slancio e diventerebbe immediatamente piattaforma di ordine “democratico” sulla quale “restaurare” lo stato e ristabilire il dominio integrale della borghesia […] Fino ad oggi il movimento rivoluzionario ha saputo opporsi efficacemente al processo di controrivoluzione sul terreno ristretto dell’antifascismo militante. Ma se è vero che l’iniziativa controrivoluzionaria viene ora assunta in prima persona da un blocco di potere interno allo stato, è soprattutto contro queste forze che dobbiamo sferrare i nostri colpi più duri.

È tempo di forzare la ragnatela del passato e superare l’impostazione tradizionale dell’antifascismo militante. Colpire i fascisti con ogni mezzo e in ogni luogo è giusto e necessario. Ma la contraddizione principale è oggi quella che si oppone al fascio di forze della controrivoluzione… Perché se è vero che la crisi di regime e la nascita di una controrivoluzione agguerrita e organizzata sono il prodotto di anni di dure lotte operaie e popolari, è ancora più vero che per vincere il movimento di massa deve oggi superare la fase spontanea e organizzarsi sul terreno strategico della lotta per il potere. E la Classe Operaia si conquisterà il potere solo con la lotta armata.

 

Brigate Rosse
Aprile 1974

Fonte: Soccorso Rosso, Brigate Rosse, Feltrinelli, Milano 1976

 

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