Rivendicazione sequestro dirigente FIAT – Cav. Ettore Amerio – Comunicato N.1

Lunedì 10 dicembre alle 7,30 del mattino un nucleo armato delle Brigate Rosse ha prelevato nei pressi della sua abitazione il cavalier Ettore Amerio, capo del personale, gruppo automobili, della FIAT. Egli attualmente è detenuto in un carcere del popolo. Qualunque indagine poliziesca può mettere a repentaglio la sua incolumità. Il periodo di detenzione di questo artefice del terrorismo antioperaio dipende da tre fattori:

  1. Il proseguimento delle manovre antioperaie (cassa integrazione, ecc.) di strumentalizzazione della “crisi” creata e gonfiata ad arte dalla FIAT in combutta con le forze più reazionarie del paese. Crisi che va nel senso di un mutamento reazionario dell’intero quadro politico.
  1. L’andamento degli interrogatori attraverso i quali intendiamo mettere in chiaro:

– la politica fascista seguita dalla FIAT nella sua offensiva post-contrattuale contro le avanguardie autonome, l’organizzazione operaia dentro la fabbrica e le forme di lotta;

– la questione dei licenziamenti usati terroristicamente per piegare la resistenza operaia alle incessanti manovre di intensificazione del lavoro. Dovrà spiegarci, il cavalier Amerio, la qualità e la quantità di questo attacco che solo negli ultimi mesi ha voluto dire l’espulsione dalla fabbrica di oltre 250 avanguardie;

– l’organizzazione dello spionaggio FIAT più attivo che mai, come dimostrano le motivazioni di alcuni recenti licenziamenti, dopo l’affossamento delle indagini iniziate dal pretore Guariniello;

– la pratica di assunzioni controllate dai fascisti attraverso la CISNAL e il MSI, visto che proprio il segretario di quello pseudosindacato fascista (da noi arrestato e interrogato nel febbraio scorso) lo ha chiamato in causa attribuendogli pesanti responsabilità.

  1. La correttezza e la completezza dell’informazione che verrà data di questa azione in particolare e della nostra organizzazione in generale dai giornali di Agnelli.

Compagni, quando “la paura” si afferma tra le larghe masse il padrone ha già vinto metà della guerra. Questa è la posta in palio nel gioco della “crisi economica” a cui stiamo assistendo. Ma tutti sappiamo che in crisi non è tanto l’economia dei padroni, ma il loro potere. È la loro capacità di sfruttamento, di dominio e di oppressione che è stata definitivamente scossa dalle lotte operaie di questi ultimi anni. In questa situazione non siamo noi che dobbiamo avere paura, come non l’abbiamo avuta alla fine di marzo quando abbiamo issato, contro padroni e riformisti, la bandiera rossa sulle più grandi fabbriche di Torino. In questa situazione dobbiamo accettare la guerra… Perché non combattere quando è possibile vincere? Quello che noi pensiamo è che da questa “crisi” non se ne esce con un “compromesso.” Al contrario siamo convinti che è necessario proseguire sulla strada maestra tracciata dalle lotte operaie degli ultimi 5 anni e cioè:

Non concedere tregue che consentano alla borghesia di riorganizzarsi. Operare nel senso di approfondire la crisi di regime. Trasformare questa crisi in primi momenti di potere proletario armato, di lotta armata per il comunismo. Compromesso storico o potere proletario armato: questa è la scelta che i compagni devono oggi fare, perché le vie di mezzo sono state bruciate. Una divisione si impone in seno al movimento operaio, ma è da questa divisione che nasce l’unità del fronte rivoluzionario che noi ricerchiamo. Questa scelta, del resto, ci si ripresenta ogni giorno in fabbrica e fuori, posti come siamo di fronte all’aperta aggressione del padrone, del governo e dello stato, e al deterioramento dei nostri tradizionali strumenti di organizzazione e di lotta.

Battere l’attendismo! Dire no! al compromesso col fascismo FIAT! Accettare la guerra! Queste tre cose sono oggi necessarie per andare avanti nella costruzione del potere proletario. Creare costruire organizzare il potere proletario armato! Nessun compromesso col fascismo FIAT! I licenziamenti non resteranno impuniti!

LOTTA ARMATA PER IL COMUNISMO!

 

BRIGATE ROSSE

Torino 10 dicembre 1973

 

Fonte: Soccorso Rosso, Brigate Rosse, Feltrinelli, Milano 1976

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