Nucleo fiorentino, Volantino in ricordo di Luca Mantini e Sergio Romeo

La mattina del 29 ottobre 1974 a Firenze cinque militanti dei NAP sono caduti nella premeditata imboscata tesa a loro dai carabinieri di Calamari. I compagni fucilati in Piazza Alberti erano militanti dei NAP e come tali li rivendichiamo. Lo scopo della loro operazione: un esproprio per autofinanziamento e le loro vite sono state stroncate a raffiche di mitra con la precisa intenzione di ottenere il massacro che si è concluso con la morte di due compagni ed il ferimento di altri due: uno dei quali in modo grave. Un compagno è riuscito a fuggire ed è ora in luogo sicuro. Questa logica del massacro premeditato, si ricollega alla fucilazione di Del Padrone (Firenze-Murate), alla strage di Alessandria, alla morte dei compagni uccisi a San Basilio e a Lamezia Terme, tanto per citare gli ultimi fatti che concretizzano la precisa volontà dello Stato dei padroni. Come sempre anche a Firenze i carabinieri hanno aperto il fuoco senza preavviso alcuno contro i nostri compagni, sicuri dell’impunità propria dei lacchè armati dello Stato, garantita e avallata dalla diretta complicità della stampa borghese e revisionista con i suoi falsi, con le sue mistificazioni. La morte di questi compagni prosegue l’infinita lista di quanti da sempre hanno saputo battersi e morire per la libertà anche quando il “comodo politico” di tutti esigeva i più immondi baratti di questo inalienabile valore.

Sappia di illudersi chiunque pensi che la morte di Mantini e Romeo sia un pauroso esempio di repressione che dovrebbe far desistere quanti, proprio da questo esempio, trarranno motivo e momento per effettuare un salto qualitativo definitivo dalla loro lotta.

Mentre le trombe della paura padronale strombazzano la presunta sconfitta dell’organizzazione che per prima porta avanti i toni della lotta armata (Brigate Rosse) queste ottengono dai fatti la loro vittoria che si realizza nel progressivo generalizzarsi di questa scelta a tutti i livelli proletari. Questo nuovo massacro rientra nei precisi disegni del potere che tende a rafforzare, fascistizzando ulteriormente le strutture autoritarie dello Stato, un quadro di pesante ristrutturazione e di svolta a destra già in atto da tempo; e che trova nella politica di delazione e di tradimento della sinistra parlamentare la sua migliore garanzia.

Dalla dinamica dei fatti di Piazza L.B. Alberti emergono incontestabili due dati di fatto:

  • La premeditazione. Intesa come scelta di intervenire nel fatto solo quando fosse stato possibile, secondo i canoni della logica borghese, “giustificare il massacro”.
  • La precisa volontà di uccidere. Essenziale affinché la brillante operazione dei carabinieri fosse esemplare.

Significativa la corsa affannosa della stampa padronale tutta tesa ad esaltare il massacro richiedendo alla pubblica opinione un vasto assenso; negato di fatto nei commenti dei proletari fiorentini nonostante la disinformazione sul fatto specifico.

Mantini e Romeo sono morti coscientemente, avendo accettato a priori una possibilità di questo genere, forti della convinzione che l’unico banditismo esistente sia quello capitalistico; banditismo che si combatte oggi con l’unico mezzo che abbia una possibilità reale di trasformarsi in vittoria: la lotta clandestina, propaganda armata ed anticipo della lotta armata del proletariato.

Ricordiamo a quanti ancora si illudono (in buona o malafede) che la lotta rivoluzionaria sia possibile all’interno di un contesto legale, che la legalità in Italia è firmata Mussolini. Quella cilena è firmata Pinochet. Quella dell’imperialismo mondiale è firmata dalle multinazionali USA.

Il modo in cui sono morti i compagni Mantini e Romeo ci impone di portare i livelli del nostro scontro anche contro gli individui della repressione; ed a questo dato si uniformeranno le nostre prossime azioni. Non si illudano i lacchè armati dello Stato che sia ancora possibile il ripetersi della causa che ha portato al massacro di P.zza Alberti (una delazione esterna è del tutto estranea e distribuita a tutti i suoi componenti) e siano questa volta veramente pronti difendere la loro vita poiché colpiremo come e quando riterremo opportuno sia logico fare affinché i conti tornino pari. Tutti sappiamo che i NAP si muovono all’interno di una logica di lotta totale allo Stato e che a questo principio si uniformeranno per rispondere al massacro di Firenze.

Viva il comunismo, viva i compagni Mantini e Romeo!

 

Nuclei Armati Proletari. Nucleo fiorentino

 

 

Pubblicato in Nuclei Armati Proletari, Quaderno n. 1 di Controinformazione, Milano 1976.

 

2 pensieri su “Nucleo fiorentino, Volantino in ricordo di Luca Mantini e Sergio Romeo”

  1. FU UN ASSASSINIO PREMEDITATO PERCHE’ LUCA MANTINI ED UN ALTRO COMPAGNO DI FIRENZE, PARTECIPI DELLA RAPINA, ERANO SEGUITI FINO DALLA SERA PRIMA, QUINDI I CARABINIERI TESERO UNA IMBOSCATA IN PIAZZA ALBERTI ED UCCISERO DUE COMPAGNI : LUCA MANTINI E SERGIO ROMEO.

    1. scusami quindi secondo la tua teoria un nucleo di 3 carabinieri premedita un’imboscata contro 5 compagni?? per altro uno dei 3 carabinieri viene ferito alla schiena… qualcosa non quadra nella tua teori..

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