Processo per i fatti di Piazza Alberti – Dichiarazione di Pasquale Abatangelo

Firenze – 11 maggio 1976

In questa società composta di sfruttati e di sfruttatori, noi ci siamo schierati con la nostra classe, mettendo nella lotta tutte le nostre capacità di militanti comunisti. Come classe oppressa intendiamo l’esproprio alla borghesia una tappa obbligata nella costruzione del potere proletario. Le espropriazioni che per ora sono sporadiche e legate alla esigenza della nostra crescita, non sono che un anticipo all’espropriazione totale che la rivoluzione comunista attuerà nei confronti dei padroni. Il 29 ottobre 1974, durante un esproprio, in piazza Alberti caddero sotto il piombo dei cani da guardia della borghesia, i compagni Romeo e Mantini. La loro morte ha creato nelle avanguardie proletarie una presa di coscienza e una determinazione ad andare fino in fondo.

I N.A.P. sono oggi una realtà con cui i padroni e i loro servi dovranno fare i conti, Romeo o Mantini rivivono nelle nostre lotte e le azioni più importanti sono firmate “29 Ottobre” in loro onore. L’assassinio a sangue freddo di Anna Maria Mantini (fondatrice del nucleo armato 29 Ottobre) ci ha poi convinti definitivamente dell’importanza di ripagare con la stessa moneta i sicari o i loro mandanti. Di Gennaro, Vernich, Margariti, Tuzzolino e gli assalti armati ai covi dei carabinieri, sono solo il punto di partenza verso l’obiettivo di annientare le forze reazionarie.

In questa prospettiva ci siamo uniti con i compagni delle B.R. e con tutti i rivoluzionari e i comunisti degni di questo nome. I frutti di questa unione saranno molto amari per chi è abituato da 30 anni a ragionare in termini di voti conservando intatto il potere delegatogli dagli imperialisti. Come rivoluzionari non ci interessa il giudizio dei borghesi né quello dei loro lacchè; vogliamo creare una società alternativa a questa ed usiamo tutti i mezzi che le circostanze ci suggeriscono. La vostra “giustizia” si configura come una vendetta verso i compagni e come premio verso i servi per cui non ci interessa, anzi ci interessa solo il metodo per disorganizzarla e smascherarla agli occhi del popolo. Gli assassini di Serantini, Zibecchi, Boschi, Bruno e tanti altri proletari, sono noti a tutti, com’è noto che voi li assolvete e continuate ad assolverli per il semplice fatto che questi “killer” sono al servizio della classe dominante come lo siete voi. Anche in carcere non capita mai di vedere un borghese o un “boss” mafioso legato al letto di contenzione o in cella di punizione. Per non parlare di quelli che in carcere non ci vengono per niente, come i responsabili dei continui scandali politico-finanziari, da quello petrolifero a quello della Lockeed. Assistiamo da tempo ai vostri tentativi di criminalizzare la lotta di classe, e se questo poteva essere pericoloso qualche anno fa, oggi non fa altro che smascherarvi ogni giorno di più. I proletari sanno ormai da quale parte stanno i veri banditi, e l’abuso di questo termine ci ricorda che anche i gerarchetti fascisti davano del “bandito” ai partigiani. In questo modo accettiamo di essere “banditi” per voi e faremo di tutto per meritarlo sempre. La dura condanna che ci darete dimostra che non bastano più le calunnie mistificatrici della vostra stampa per nascondere alle masse che nel nostro paese esiste e cresce quotidianamente una sinistra armata. Perciò accoglieremo la vostra condanna come una nostra vittoria! Comunque, egregi signori, vorremmo ricordarvi che un domani dovrete rendere conto delle vostre azioni non a dio, ma alla giustizia proletaria.

 

II proletariato non dimentica… NIENTE RESTERA’ IMPUNITO!! L’UNICA GIUSTIZIA È QUELLA PROLETARIA!! TUTTO IL POTERE AL POPOLO ARMATO!!

 

Fonte: Nuclei Armati Proletari, Quaderno n. 1 di CONTROinformazione

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