Guerra alla guerra imperialista. Seconda Corte di Assise di Roma – Dichiarazione dei militanti BR-PCC Giuseppe Armante, Antonio De Luca, Franco La Maestra allegata agli atti del processo del 7-1-91

La nostra presenza in quest’aula, come prigionieri militanti delle BR-PCC è tesa a ribadire la necessità-possibilità della lotta armata, come unica strategia possibile per la conquista del potere da parte del proletariato, a fronte di condizioni storico politiche maturate dallo sviluppo dell’imperialismo in questa fase storica. Ribadiamo altresì la validità del percorso di riadeguamento intrapreso dalle BR-PCC a partire dalle difficili condizioni di arretramento della classe proletaria in seguito alla controffensiva dello Stato degli anni ’80. Un percorso tutto interno a queste condizioni, dove le BR, attraverso un processo di riadeguamento dell’attività di direzione politico militare dello scontro di classe, non solo hanno mantenuta aperta l’alternativa rivoluzionaria, ma si sono concretamente misurate con i nodi politici che via via maturavano nel rapporto di scontro tra proletariato e borghesia. Un piano di iniziativa rivoluzionaria che ha permesso di sviluppare per linee interne alla classe il necessario lavoro di costruzione dell’organizzazione proletaria sul terreno della lotta armata per il comunismo dando così sviluppo alla guerra rivoluzionaria di classe di lunga durata. Un percorso di riadeguamento che si è sviluppato sull’asse strategico dell’attacco al cuore dello Stato e sulla necessità-possibilità di sviluppare una politica di alleanze tra forze rivoluzionarie nell’area geopolitica Europa occidentale-Mediterraneo-Medio Oriente attraverso la costruzione del Fronte Combattente Antimperialista per indebolire l’imperialismo attaccando le politiche centrali che lo sostengono e lo attraversano. Una politica di alleanze antimperialiste che conferma una necessità improcrastinabile per i comunisti di trasformazione rivoluzionaria dell’intero sistema imperialista e che aderisce ad un’impietosa analisi storica che definisce la storia dell’imperialismo come storia di barbarie e massacro dei popoli. Il mantenimento dell’egemonia imperialista sul mondo a fronte della sua profonda crisi economica, e la necessità di stabilire un nuovo ordine economico-politico a suo favore è la ragione che lo spinge di nuovo ad una guerra. Questa è la sostanza dell’aggressione al popolo arabo, altroché la violazione del “diritto internazionale”, altroché operazioni di “polizia internazionale” sotto l’egida dell’ONU tese a ristabilire presunte sovranità nazionali defraudate, ma una sequenza di massacri pianificati di devastazioni catastrofiche che ricadono come una nemesi sulle masse arabe e sul proletariato del centro imperialista. Un intervento imperialista costretto a misurarsi con la vasta resistenza del popolo arabo, con un forte sentimento antimperialista maturato in anni e anni di sfruttamento, di povertà e di pesanti costi imposti dagli interessi capitalistici, come portato del rapporto di subalternità e dipendenza economico politica di questi paesi all’imperialismo. Sono gli stessi scenari di guerra scatenati dalla borghesia imperialista a risottolineare non solo la necessità ma lo spessore strategico e l’importanza dell’attività del Fronte Combattente Antimperialista. Il contributo dato dalle BR sul terreno dell’antimperialismo si è reso tangibile nelle azioni Dozier, Hunt e Conti, contro l’attivismo imperialista dell’Italia e contro le politiche di riarmo. In conclusione intendiamo affermare che le continue provocazioni che da sempre lo Stato ha partorito attraverso l’intensa attività di controguerriglia allo scopo di ridimensionare lo spessore politico della guerriglia, delle BR, non sono certamente una novità, sono grotteschi tentativi di mistificare il portato e la valenza politica della proposta strategica della lotta armata alla classe e tentare velleitariamente di relegare l’iniziativa rivoluzionaria nella sfera pre-politica della marginalità criminale. Consci del fatto che il riconoscimento politico le BR se lo sono conquistato in vent’anni di attività politico-militare, rigettiamo le vostre squallide provocazioni. Non riconosciamo a questo tribunale nessuna legittimità di giudizio in quanto esso è l’espressione e il garante del potere della borghesia. Per questo non intendiamo presenziare all’apologia di questa farsa che ormai volge al fine. Il processo rivoluzionario non si processa né tanto meno si arresta, i suoi esiti si decidono fuori di quest’aula.

Guerra alla guerra imperialista
Onore ai comunisti e ai combattenti antimperialisti caduti
Onore alla combattente Faddwa Hassan caduta nel Sud del Libano in un attacco contro i sionisti

I militanti BR- PCC Giuseppe Armante, Antonio De Luca, Franco La Maestra

 

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