Disarticolare il progetto di rifunzionalizzazione dello Stato. Quinta Corte d’Assise di Roma, processo per “banda armata” – Dichiarazione letta in aula e allegata agli atti dei militanti delle BR-PCC Maria Cappello, Tiziana Cherubini, Franco Galloni, Enzo Grilli, Franco Grilli, Flavio Lori, Rossella Lupo, Fausto Marini, Fulvia Matarazzo, Stefano Minguzzi, Fabio Ravalli dei militanti rivoluzionari Daniele Bencini, Carlo Pulcini, Vincenza Vaccaro, Marco Venturini.

Il processo che qui viene celebrato risponde alle più elementari leggi della guerra, cioè: raggiunto un risultato militare (la cattura di alcuni militanti) lo Stato lo utilizza in tutti i suoi risvolti, facendolo pesare nello scontro. Il dato generale che informa l’agire dello Stato è quello di giocare i prigionieri della Guerriglia contro la Guerriglia, o comunque di mostrarli come trofei di caccia quale simulacro di deterrenza. Naturalmente l’esperienza maturata dallo Stato in questi anni di controrivoluzione gli permette di calibrare al tipo di scontro classe/Stato e al particolare tipo di guerra che gli è imposto nel piano rivoluzionario dalla Guerriglia (Guerra di Classe di Lunga Durata) i singoli interventi (tra i quali anche i processi). Quindi questo processo è calato nella particolare congiuntura politica che risente fortemente degli effetti politici derivati anche dall’iniziativa delle BR per la costruzione del PCC con l’azione Ruffilli. L’attacco delle BR, teso a disarticolare il progetto di rifunzionalizzazione dei poteri dello Stato, ha ridimensionato le velleità borghesi di compatibilizzare ed irreggimentare le contraddizioni di classe (per dare risposte alle esigenze della crisi) nella maniera più indolore e gestibile possibile. Da ciò la risultanza oggettiva che si è delineata è stato da un lato il venir meno delle condizioni di equilibrio-concorso delle varie forze politiche borghesi intorno a questo progetto, per come delineato inizialmente, e d’altro lato il rimanere di fondo tutte le necessità stringenti del governo delle medesime contraddizioni politiche ed economiche. In questa congiuntura, quindi, la Borghesia Imperialista è costretta a governare le sue contraddizioni con una nuova edizione dell’armamentario usato in questi casi (decreti a raffica, forzature varie) ovvero il “Golpismo Istituzionale”. I golpisti istituzionali che in questa congiuntura gestiscono le politiche dell’Esecutivo non trovano altro modo di risolvere i problemi postigli dalla crisi e dallo sviluppo di questa fase dell’imperialismo se non attraverso concrete intimidazioni, all’interno di un attacco ampio ed articolato che si avvale di metodi di controguerriglia contro aspetti qualificanti dello scontro, come “tattica” preventiva per smorzare il montare delle istanze di lotta. La difficile gestione di tali posizioni viene mistificata con il varo delle varie emergenze contro la criminalità, allo scopo di assestare il piano controrivoluzionario. Sì, esiste una campagna di criminalità, ma è quella che sta attuando l’Esecutivo contro l’ambito di classe! Raid militari nei conflitti di lavoro, contro le espressioni del Movimento Rivoluzionario, interventi d’autorità contro il diritto di sciopero, esecuzioni legalizzate e minacce di estendere i metodi antiguerriglia sul movimento di classe, per rideterminare in ultima analisi il peso politico della classe e gestire la non certo indolore transizione nel processo di modifica delle istituzioni dello Stato. Questa travagliata fase di scontro fa temere allo Stato la sola cosa che più di ogni altra può mettere in discussione il suo potere: ovvero l’attività rivoluzionaria delle BR per la costruzione del PCC, perché capace di legarsi dialetticamente alle istanze di lotta più mature, dirigerle ed organizzarle sul terreno dello scontro rivoluzionario. Questo spettro – la Guerriglia – non fa dormire sonni tranquilli alla Borghesia Imperialista e al suo Stato perché rappresenta l’alternativa strategica, concreta e praticabile alla crisi della Borghesia Imperialista. Ed ecco agitare questo spettro in termini preventivi, nel chiaro intento di strumentalizzare la Guerriglia per ritorcerla, da un lato contro il movimento di classe, dall’altro contro le stesse BR! Una pratica terroristica questa dagli evidenti limiti e che dimostra le insormontabili difficoltà della Borghesia Imperialista, mentre per lo scontro rivoluzionario le prospettive non possono venir meno, al di là di inevitabili battute d’arresto, dato lo spessore politico che in questo ventennio si è sedimentato nel tessuto di classe e nelle sue avanguardie a partire dal ruolo che le BR hanno saputo svolgere nel dirigere questo complesso processo rivoluzionario. In questo senso la nostra presenza qui è tesa ad esprimere l’attualità e la validità della linea politica e della proposta strategica della nostra Organizzazione, pertanto il nostro atteggiamento in quest’aula non può che riflettere il rapporto esistente tra la Guerriglia e lo Stato, e in conseguenza di ciò ribadiamo l’inconciliabilità delle nostre posizioni nei confronti dello Stato. Nessuna mistificazione processuale può nascondere il fatto che qui noi rappresentiamo la contraddizione che lo Stato cerca di negare, cioè il terreno rivoluzionario, diretto e organizzato dalle Br per la costruzione del PCC, quindi la nostra presenza in quest’aula non può che esprimersi nella rivendicazione del programma politico praticato dalla nostra Organizzazione; programma che vive all’interno della proposta strategica della Lotta Armata (LA) alla classe. Per le BR il principale termine programmatico, fino al suo abbattimento, è l’attacco al cuore dello Stato, inteso nelle sue politiche dominanti che di volta in volta lo oppongono alla classe; attualmente esse sono identificabili nei processi di riforma dello Stato, i quali modificando profondamente gli assetti istituzionali hanno maturato concretamente la svolta verso una “Seconda Repubblica”. Sul piano dell’antimperialismo le BR lavorano ad una politica di alleanze contro il nemico comune con tutte le Forze Rivoluzionarie (FR) che operano nell’area; ciò al fine di indebolire e ridimensionare l’imperialismo, costruendo offensive comuni contro le sue politiche centrali. Perciò le BR lavorano alla costruzione/rafforzamento del Fronte Combattente Antimperialista (FCA). Nel quadro di questa attività e dentro gli accordi politici raggiunti con la RAF, rivendichiamo l’iniziativa politico-militare fatta dalla RAF contro Alfred Herrhausen e ne evidenziamo la sua centralità in rapporto alle politiche di coesione in Europa Occidentale che sono tutte interne al rafforzamento della catena imperialista.

Al livello dell’organizzazione di classe sulla LA, ribadiamo i termini che scaturiscono dalla fase di Ricostruzione. Essi si esplicano sul duplice piano di lavoro, Costruzione/Formazione e sono tesi a ricostruire nel tessuto di classe i livelli di riorganizzazione delle forze proletarie e rivoluzionarie, in modo da disporle adeguatamente dentro lo scontro contro lo Stato. La fase di Ricostruzione è termine prioritario nel mutamento dei rapporti di forza tra Campo Proletario e Stato e si pone come un tassello fondamentale per la ricostruzione dei livelli politico-militari che costruiscono i termini di avanzamento della Guerra di Classe di Lunga Durata.

– Attaccare e disarticolare il progetto controrivoluzionario e antiproletario di rifunzionalizzazione dello Stato

– Costruire e organizzare i termini attuali della guerra di classe

– Attaccare le linee centrali della coesione dell’Europa Occidentale e i progetti imperialisti di normalizzazione dell’area mediorientale che passano sulla pelle dei popoli palestinese e libanese

– Lavorare alle alleanze necessarie per la costruzione/consolidamento del fronte combattente antimperialista per indebolire e ridimensionare l’imperialismo nell’area geo-politica

– Onore ai rivoluzionari antimperialisti caduti

 

I militanti delle BR-PCC: Maria Cappello, Tiziana Cherubini, Franco Galloni, Enzo Grilli, Franco Grilli, Flavio Lori, Rossella Lupo, Fausto Marini, Fulvia Matarazzo, Stefano Minguzzi, Fabio Ravalli. I militanti rivoluzionari: Daniele Bencini, Carlo Pulcini, Vincenza Vaccaro, Marco Venturini.

 

Roma, 22 febbraio 1990

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