Guerra ai fascisti

Capi – fascisti – SIDA – guardioni sono un fucile puntato contro la classe operaia! Spazziamoli da Mirafiori e Rivalta! Inseguiamoli nei loro quartieri! Facciamogli sentire tutto il gusto del nostro potere!

18 dicembre 1922: i fascisti con alla testa il criminale Brandimarte, accecati dalla resistenza eroica che i proletari opponevano alla nascente dittatura fascista, scatenarono la loro furia bestiale sulla classe operaia torinese uccidendo più di 200 compagni;

18 dicembre 1972: sono passati 50 anni ma i nuovi fascisti in camicia bianca e in camicia nera continuano a mettere i loro lugubri servizi a disposizione della nuova dittatura di Andreotti e di Agnelli.

I sacchi sono cambiati ma la farina è rimasta la stessa: le camicie non sono più nere ma anche oggi come nel ’22 i padroni vogliono arrivare con la forza dello stato e delle sue “milizie parallele” a piegare e sconfiggere il movimento operaio, le sue organizzazioni e le sue lotte. Ogni giorno l’attacco diventa più duro, assume i caratteri di una guerra portata avanti da un fronte padronale che va dall’ultimo crumiro al primo ministro del governo di Roma. Le fasi di questa guerra le conosciamo tutti: sono i licenziamenti politici (gli ultimi 5 sono di venerdì), la soppressione delle libertà di movimento per i delegati, le denunce, le lettere di preavviso, le sospensioni, le aggressioni, gli arresti sui picchetti… Compagni, la nostra forza è grande, terribile come ha detto un delegato di Rivalta, e lo abbiamo dimostrato nelle lotte di queste ultime settimane, nei cortei che sono stati un’evidente manifestazione del nostro potere nella fabbrica. Ma si può continuare ad avanzare contro le mitragliatrici dei padroni senza organizzare meglio la nostra difesa? Senza attrezzarci per un più deciso attacco? Per ora queste “mitragliatrici” sono soprattutto:

le spie del SIDA, questa scuola di prostituzione che dà con le sue tessere la patente di crumiro! I provocatori del MSI e della CISNAL, milizia nera antioperaia con funzioni di spionaggio, divisione, aggressione; i capi e capetti che organizzano i crumiri, iene digrignanti dello zoo privato dei fratelli Agnelli; i guardioni, braccio armato e sbirri del padrone.

Ebbene compagni, se vogliamo usare ancora la forza di massa dei cortei, dei picchetti, degli scioperi; per impedire la restaurazione dei vecchi livelli di sfruttamento e di un “clima vallettiano”; per il salario garantito e per un contratto imposto da noi:

Questi nemici dell’unità operaia dobbiamo ridurli al silenzio, dobbiamo colpirli duramente, con metodo, nelle persone e nelle loro cose, dobbiamo cacciarli dalle fabbriche e inseguirli nei quartieri, non dobbiamo concedergli un minuto di tregua!

Brigate Rosse
Dicembre 1972

Fonte: CONTROinformazione N. 0, ottobre 1973

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