Campagna D’Urso – comunicato n.5

ORGANIZZARE LA LIBERAZIONE DEI PROLETARI PRIGIONIERI.

SMANTELLARE IL CIRCUITO DELLA DIFFERENZIAZIONE.

COSTRUIRE E RAFFORZARE I COMITATI DI LOTTA.

CHIUDERE IMMEDIATAMENTE L’ASINARA.

 

A tutto il movimento rivoluzionario. Ai Proletari Prigionieri, agli Organismi di Massa Rivoluzionari del Potere Proletario dentro le carceri.

In questi giorni abbiamo ascoltato opinioni e giudizi, sul sistema carcerario e sui kampi speciali; sembra che tutti o quasi abbiano qualcosa da dire sulle squisitezze del sistema carcerario italiano. Tutti meno gli unici che hanno il diritto di dire la loro: i Proletari Prigionieri. Eppure sono loro che vivono sulla propria pelle l’infame politica dell’annientamento imperialista; sono loro che subiscono l’isolamento verso l’esterno, la differenziazione interna, le sevizie e le torture dei sadici aguzzini. Gli unici che hanno diritto di parola, e gli unici che devono essere ascoltati sono i Proletari Prigionieri. Questo diritto se lo sono conquistato in anni ed anni di lotta e di combattimento. Noi abbiamo riconosciuto nel grande movimento delle carceri una parte essenziale del movimento rivoluzionario, nei contenuti delle sue lotte un grande patrimonio della lotta armata per una società comunista.

Da anni l’esplosione della rabbia proletaria contro le carceri ha cessato di essere sporadica ed episodica e si è trasformata in programma lucido e cosciente. Proprio la lotta per il perseguimento degli obiettivi immediati di questo programma ha fatto si che il criminale progetto che la borghesia imperialista ha per le carceri non ha avuto successo ma stia affogando nella sua stessa infamia. Il programma dei Proletari Prigionieri ha potuto essere così incisivo ed efficace perché sono sorti gli organismi che lo hanno guidato. Gli Organismi di Massa Rivoluzionari, che in ogni kampo dirigono la mobilitazione e i momenti di scontro, sono per noi le irrinunciabili articolazioni del potere proletario armato. Mentre stiamo combattendo questa battaglia, sappiamo che essa non ha come interlocutori la banda democristiana ed i suoi lacchè, ma solo il movimento dei Proletari Prigionieri. Ad essi ci rivolgiamo e agli organismi del potere proletario armato dentro le carceri, perché sono state queste le uniche voci che ci interessa ascoltare.

La nostra iniziativa di partito è in stretto rapporto con il Programma dei Proletari Prigionieri e poiché ad esso ci riferiamo, rivolgiamo un appello al movimento dentro le carceri e alle sue espressioni organizzate perché esprimano, con chiarezza e la forza che gli è abituale, i termini del loro programma. Le BR, agendo da partito, sapranno uniformare l’attacco al cuore dello stato imperialista ai bisogni e alle aspirazioni del Proletariato Prigioniero.

Sapremo combattere contro il regime della repressione carceraria e batteremo l’ostinata politica di censura che non ci è possibile tollerare in alcun modo. La forza proletaria ha già

legalizzato nei fatti un potere antagonista a quello della borghesia, e negarlo col black-out dell’informazione è solo prova di inutile ottusità.

L’infame lager dell’Asinara, ciò che significa nel progetto politico del nemico, è già stato demolito pezzo per pezzo dai colpi dell’iniziativa dei Proletari Prigionieri. Ogni azione di combattimento di questi anni, condotta dentro le carceri, ha contribuito a distruggere l’Asinara come cardine del progetto di annientamento. Adesso bisogna cancellarla anche materialmente.

Questo luogo di tortura non deve più esistere, nessun proletario deve più esserci rinchiuso.

Leggiamo che da più parti si dichiarano cose strane su questo argomento: che il kampo dell’Asinara a questo governo non piace, che ha sempre pensato di smantellarlo, che è un pezzo che ha deciso di non utilizzarlo più, ecc. Le ipocrisie e le ridicole mistificazioni con cui si vuole inzuccherare il rospo che la lotta delle forze rivoluzionarie costringe la borghesia ad ingoiare non ci riguardano.

Sentiamo anche parlare di “decisioni amministrative”, di buone intenzioni in “tempi brevi” a “condizione che…”. Abbiamo già imparato cosa valgono le promesse dello Stato imperialista.

 

Abbiamo già sperimentato cosa vale la parola di questo regime, allorché liberammo Sossi quando era nostro prigioniero, mantenendo fede alla nostra parola.

Se c’è chi nei covi del potere crede che sia possibile fare trucchi e giocare cinicamente con i comunicati equivoci, costui si sta sbagliando e si scotterà le dita.

Siamo inguaribilmente materialisti e ci interessano solo le cose concrete; e l’unica cosa concreta che riguarda l’Asinara è: la sua chiusura immediata e definitiva.

 

PER IL COMUNISMO

BRIGATE ROSSE

 

28 dicembre 1980

 

Pubblicato in progetto memoria, Le parole scritte, Sensibili alle foglie, Roma 1996.

 

Campagna Moro – Comunicato n. 9

ALLE ORGANIZZAZIONI COMUNISTE COMBATTENTI, AL MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO, A TUTTI I PROLETARI.
Compagni, la battaglia iniziata il 16 marzo con la cattura di Aldo Moro è arrivata alla sua conclusione.
Dopo l’interrogatorio ed il Processo Popolare al quale è stato sottoposto, il Presidente della Democrazia Cristiana è stato condannato a morte. A quanti tra i suoi compari della DC, del governo e dei complici che lo sostengono, chiedevano il rilascio, abbiamo fornito una possibilità, l’unica praticabile, ma nello stesso tempo concreta e reale: per la libertà di Aldo Moro, uno dei massimi responsabili di questi trent’anni di lurido regime democristiano la libertà per tredici Combattenti Comunisti imprigionati nei lager dello Stato imperialista.

 

LA LIBERTA’ QUINDI IN CAMBIO DELLA LIBERTA’.

In questi 51 giorni la risposta della DC, del suo governo e dei complici che lo sostengono, è arrivata con tutta chiarezza, e più che con le parole e con le dichiarazioni ufficiali, l’hanno data con i fatti, con la violenza controrivoluzionaria che la cricca al servizio dell’imperialismo ha scagliato contro il movimento proletario.

La risposta della DC, del suo governo e dei complici che lo sostengono, sta nei rastrellamenti operati nei quartieri proletari ricalcando senza troppa fantasia lo stile delle non ancora dimenticate SS naziste nelle leggi speciali che rendono istituzionale e “legale” la tortura e gli assassinii dei sicari del regime negli arresti di centinaia di militanti comunisti (con la lurida collaborazione dei berlingueriani) con i quali si vorrebbe annientare la resistenza proletaria.

Lo Stato delle multinazionali ha rivelato il suo vero volto, senza la maschera grottesca della democrazia formale, è quello della controrivoluzione imperialista armata, del terrorismo dei mercenari in divisa, del genocidio politico delle forze comuniste.
Ma tutto questo non ci inganna. La ferocia, la violenza sanguinaria che il regime scaglia contro il proletariato e le sue avanguardie, sono soltanto le convulsioni di una belva ferita a morte e quello che sembra la sua forza dimostra invece la sua sostanziale debolezza. In questi 51 giorni la DC e il suo governo non sono riusciti a mascherare, neppure con tutto l’armamentario della controguerriglia psicologica, quello che la cattura, il processo e la condanna del Presidente della DC Aldo Moro, è stato nella realtà: una vittoria del Movimento Rivoluzionario, ed una cocente sconfitta delle forze imperialiste.
Ma abbiamo detto che questa è stata solo una battaglia, una fra le tante che il Movimento Proletario di Resistenza Offensivo sta combattendo in tutto il paese, una fra le centinaia di azioni di combattimento che le avanguardie comuniste stanno conducendo contro i centri e gli uomini della controrivoluzione imperialista, imprimendo allo sviluppo della Guerra di Classe per il Comunismo un formidabile impulso. Nessun battaglione di “teste di cuoio”, nessun super-specialista tedesco, inglese o americano, nessuna spia o delatore dell’apparato di Lama e Berlinguer, sono riusciti minimamente ad arrestare la crescente offensiva delle forze Comuniste Combattenti. A questa realtà la maggiore sconfitta delle forze imperialiste. Estendere l’attività di combattimento, concentrare l’attacco armato contro i centri vitali dello Stato imperialista, organizzare nel proletariato il Partito Comunista Combattente è la strada giusta per preparare la vittoria finale del proletariato, per annientare definitivamente il mostro imperialista e costruire una società comunista. Questo oggi bisogna fare per inceppare e vanificare i piani delle multinazionali imperialiste, questo bisogna fare per non permettere la sconfitta del Movimento Proletario e per fermare gli assassini capeggiati da Andreotti.

Per quanto riguarda la nostra proposta di uno scambio di prigionieri politici perché venisse sospesa la condanna e Aldo Moro venisse rilasciato, dobbiamo soltanto registrare il chiaro rifiuto della DC, del governo e dei complici che lo sostengono e la loro dichiarata indisponibilità ad essere in questa vicenda qualche cosa di diverso da quello che fino ad ora hanno dimostrato di essere: degli ottusi, feroci assassini al servizio della borghesia imperialista.
Dobbiamo soltanto aggiungere una risposta alla “apparente” disponibilità del PSI. Va detto chiaro che il gran parlare del suo segretario Craxi è solo apparenza perché non affronta il problema reale: lo scambio dei prigionieri. I suoi fumosi riferimenti alle carceri speciali, alle condizioni disumane dei prigionieri politici sequestrati nei campi di concentramento, denunciano ciò che prima ha sempre spudoratamente negato; e cioè che questi infami luoghi di annientamento esistono, e che sono stati istituiti anche con il contributo e la collaborazione del suo partito. Anzi i “miglioramenti” che il segretario del PSI come un illusionista cerca di far intravvedere, provengono dal cappello di quel manipolo di squallidi “esperti” che ha riunito intorno a sé, e che sono (e la cosa se per i proletari detenuti non fosse tragica sarebbe a dir poco ridicola) gli stessi che i carceri speciali li hanno pensati, progettati e realizzati. Combattere per la distruzione delle carceri e per la liberazione dei prigionieri comunisti, è la nostra parola d’ordine e ci affianchiamo alla lotta che i compagni e il proletariato detenuto sta conducendo all’interno dei lager dove sono sequestrati e lo faremo non solo idealmente ma con tutta la nostra volontà militante e la nostra capacità combattente. Le cosiddette “proposte umanitarie” di Craxi; qualunque esse siano, dal momento che escludono la liberazione dei tredici compagni sequestrati, si qualificano come manovre per gettare fumo negli occhi, e che rientrano nei giochi di potere, negli interessi di partito od elettorali che non ci riguardano. L’unica cosa chiara e che sullo scambio dei prigionieri la posizione del PSI è la stessa, di ottuso rifiuto, della DC e del suo governo, e questo ci basta.

A parole non abbiamo più niente da dire alla DC, al suo governo e ai complici che lo sostengono. L’unico linguaggio che i servi dell’imperialismo hanno dimostrato di saper intendere è quello delle armi, ed è con questo che il proletariato sta imparando a parlare.

Concludiamo quindi la battaglia iniziata il 16 marzo, eseguendo la sentenza a cui Aldo Moro è stato condannato.
PORTARE L’ATTACCO ALLO STATO IMPERIALISTA DELLE MULTINAZIONALI!

ATTACCARE LIQUIDARE DISPERDERE LA DC ASSE PORTANTE DELLA CONTRORIVOLUZIONE IMPERIALISTA!

RIUNIFICARE IL MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO COSTRUENDO IL PARTITO COMUNISTA COMBATTENTE!

Per il Comunismo

Brigate Rosse
P.S. – Le risultanze dell’interrogatorio ad Aldo Moro e le informazioni in nostro possesso, ed un bilancio complessivo politico-militare della battaglia che qui si conclude, verrà fornito al Movimento Rivoluzionario e alle O.C.C. attraverso gli strumenti di propaganda clandestina.

 

5 maggio 1978

Campagna Moro – Comunicato N.8

La risposta della Democrazia Cristiana

Alle nostre richieste del comunicato N.7 la DC ha risposto con un comunicato di due frasi. Di questo comunicato si può dire tutto tranne che è “chiaro” e “definitivo”. Nella prima frase la DC afferma la sua “indefettibile fedeltà allo Stato, alle sue istituzioni, alle sue leggi”. Che di questo Stato della borghesia imperialista la DC è il pilastro fondamentale non è una novità; le leggi dello Stato Imperialista la DC non solo le rispetta ma, scegliendosi di volta in volta i complici, le leggi le fa, le impone, e le applica sulla pelle del proletariato. Basta ricordare l’ultimo pacchetto di leggi speciali varate con un decreto del governo Andreotti con cui si sancisce il diritto delle varie polizie del regime di perquisire, arrestare, torturare, chiunque e dovunque, senza alcun limite alla propria ferocia. Per fare queste leggi la DC e il suo Governo hanno impiegato poco più di un quarto d’ora e i loro complici le hanno felicemente approvate. Quindi, la prima frase del comunicato della DC non dice con chiarezza assolutamente nulla rispetto alla nostra richiesta dello scambio di prigionieri politici. Da parte nostra riaffermiamo che Aldo Moro è un prigioniero politico e che il suo rilascio è possibile solo se si concede la libertà ai prigionieri comunisti tenuti in ostaggio nelle carceri del regime. La DC e il suo Governo hanno la possibilità di ottenere la sospensione della sentenza del Tribunale del Popolo, e di ottenere il rilascio di Aldo Moro: diano la libertà ai comunisti che la barbarie dello Stato imperialista ha condannato a morte, la “morte lenta” dei campi di concentramento.

Nessun equivoco è più possibile, ed ogni tentativo della DC e del suo Governo di eludere il problema con ambigui comunicati e sporche e dilatorie manovre, sarà interpretato come il segno della loro viltà e della loro scelta (questa volta chiara e definitiva) di non voler dare alla questione dei prigionieri politici l’unica soluzione possibile.

Da più parti ci viene chiesto di precisare in concreto quali sono i prigionieri comunisti a cui la DC e il suo Governo devono dare la libertà.
Innanzi tutto nelle carceri, nei lager di regime sono rinchiusi a centinaia dei proletari comunisti l’avanguardia del movimento proletario che lotta e combatte per una società comunista. Tra questi ci sono dei condannati alla “morte lenta”: sono quei compagni che nel seno della lotta proletaria hanno imbracciato il fucile, hanno scelto di porsi alla testa del movimento rivoluzionario e di costruire l’organizzazione strategica per la vittoria della rivoluzione comunista e l’instaurazione del potere proletario.

Mentre ribadiamo che sapremo lottare per la liberazione di tutti i comunisti imprigionati, dovendo, realisticamente, fare delle scelte prioritarie è di una parte di questi ultimi che chiediamo la libertà. Chiediamo quindi che vengano liberati: SANTE NOTARNICOLA, MARIO ROSSI, GIUSEPPE BATTAGLIA, AUGUSTO VIEL, DOMENICO DELLI VENERI, PASQUALE ABATANGELO, GIORGIO PANIZZARI, MAURIZIO FERRARI, ALBERTO FRANCESCHINI, RENATO CURCIO, ROBERTO OGNIBENE, PAOLA BESUSCHIO e, oltre che per la sua militanza di combattente comunista, in considerazione del suo stato fisico dopo le ferite riportate in battaglia, CRISTOFORO PIANCONE.
Chi cerca di vedere per il prigioniero Aldo Moro una soluzione analoga a quella a suo tempo adottata dalla nostra Organizzazione a conclusione del processo a Mario Sossi, ha sbagliato radicalmente i suoi conti.

A questo punto le nostre posizioni sono completamente definite e solo una risposta immediata e positiva della DC e del suo Governo data senza equivoci, e concretamente attuata potrà consentire il rilascio di Aldo Moro.
SE COSI NON SARA’, TRARREMMO IMMEDIATAMENTE LE DEBITE CONSEGUENZE ED ESEGUIREMO LA SENTENZA A CUI ALDO MORO E’ STATO CONDANNATO.
La DC e il suo Governo nel tentativo di scaricare le proprie responsabilità incaricano (ma anche in questo caso non vogliono essere chiari) la Caritas Internationalis a prendere “contatti”.
Noi allo stato attuale delle cose non abbiamo bisogno di alcun “mediatore”, di nessun intermediario. Se la DC e il suo governo designano la Caritas Internationalis come loro rappresentante e la autorizzano a trattare la questione dei prigionieri politici, lo facciano esplicitamente e pubblicamente.

Noi non abbiamo niente da nascondere, né problemi politici da discutere in segreto o “privatamente”.

Gli appelli umanitari

Alcune personalità del mondo borghese e alcune autorità religiose, ci hanno inviato con molto clamore appelli cosiddetti umanitari per il rilascio di Aldo Moro. Ne prendiamo atto ma non possiamo fare a meno di nutrire qualche sospetto; che cioè dietro il presunto spirito umanitario ci sia invece un concreto sostegno politico e propagandistico alla Democrazia Cristiana, e sia in realtà un “far quadrato” intorno alla cosca democristiana come sta avvenendo per tutte le componenti Nazionali ed Internazionali della borghesia imperialista e delle sue organizzazioni, da quelle americane e quelle europee.
Ora queste insigni personalità hanno tredici nomi di altrettanti uomini condannati a morte, e per la liberazione dei quali hanno la possibilità di appellarsi alla DC e al suo governo in nome della stessa “umanità”, “dignità cristiana” o altri “supremi ideali” ai quali dicono di riferirsi, dimostrando così la loro proclamata imparzialità ed estraneità ad ogni calcolo politico.
Sta ad essi ora dimostrare che il loro appello si pone veramente al di sopra delle parti e non è invece una turpe e subdola mistificazione, e che i nostri sospetti nei loro confronti sono soltanto dei pregiudizi.
LIBERTA PER TUTTI I COMUNISTI IMPRIGIONATI!

CREARE, ORGANIZZARE OVUNQUE IL POTERE PROLETARIO ARMATO!

RIUNIFICARE IL MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO COSTRUENDO IL PARTITO COMUNISTA COMBATTENTE!

Per il comunismo

Brigate Rosse

 

24 aprile 1978

Campagna Moro – Comunicato N.7

È passato più di un mese dalla cattura di Aldo Moro, un mese nel quale Aldo Moro è stato processato così come è sotto processo tutta la DC e i suoi complici; Aldo Moro è stato condannato così come è stata condannata la classe politica che ha governato per trent’anni il nostro Paese, con le infamie, con il servilismo alle centrali imperialiste, con la ferocia antiproletaria. La condanna di Aldo Moro verrà eseguita così come il Movimento Rivoluzionario s’incaricherà di eseguire quella storica e definitiva contro questo immondo partito e la borghesia che rappresenta.
Detto questo occorre fare chiarezza su alcuni punti.
1 – In questo mese abbiamo avuto modo di vedere una volta di più la DC e il suo vero volto.

È quello cinico e orrendo dell’ottusa violenza controrivoluzionaria.

Ma abbiamo visto anche fino a che punto arriva la sua viltà.

Ancora una volta la DC, come ha fatto per trent’anni, ha cercato di scaricare le proprie responsabilità, di confondere con l’aiuto dei suoi complici la realtà di uno Stato Imperialista che si appresta ad annientare il movimento rivoluzionario, che si appresta al genocidio politico e fisico delle avanguardie comuniste. In Italia, come d’altronde nel resto dell’Europa “democratica” esistono dei condannati a morte: sono i militanti combattenti comunisti. Le leggi speciali, i tribunali speciali, i campi di concentramento sono la mostruosa macchina che dovrebbe stritolare nei suoi meccanismi chi combatte per il comunismo. Gli specialisti della tortura, dell’annientamento politico, psicologico e fisico, ci hanno spiegato sulle pagine dei giornali nei minimi dettagli (l’hanno detto, mentendo con la consueta spudoratezza, a proposito del “trattamento” subito da Aldo Moro, che invece è stato trattato scrupolosamente come un prigioniero politico e con i diritti che tale qualifica gli conferisce; niente di più ma anche niente di meno), quali effetti devastanti e inumani producano lo snaturare l’identità politica dell’individuo, l’isolamento prolungato, le raffinate ed incruente sevizie psicologiche, i sadici pestaggi ai quali sono sottoposti i prigionieri comunisti. E dovrebbe esserlo per secoli, tanti quanti ne distribuiscono con abbondanza i tribunali speciali. E quando questo non basta c’è sempre un medico compiacente, un sadico carceriere che si possono incaricare di saldare la partita.
Questo è il genocidio politico che da tempo e per i prossimi anni la DC e i suoi complici si apprestano a perpetrare. Noi sapremo lottare e combattere perché tutto ciò finisca, e non rivolgiamo nessun appello che non sia quello del Movimento Rivoluzionario di combattere per la distruzione di questo Stato, per la distruzione dei campi di concentramento, per la libertà di tutti i comunisti imprigionati.
L’appello “umanitario” lo lancia invece la DC. E qui siamo nella più grottesca spudoratezza. A quale “umanità” si possono mai appellare i vari Andreotti Fanfani, Leone, Cossiga, Piccoli, Rumor e compari?
Ma ora è arrivato il tempo in cui la DC non può più scaricare le proprie responsabilità politiche, può scegliersi i complici che vuole, ma sotto processo prima di tutto c’è questo immondo partito, questa lurida organizzazione del potere dello Stato. Per quanto riguarda Aldo Moro ripetiamo – la DC può far finta di non capire ma non riuscirà a cambiare le cose – che è un prigioniero politico condannato a morte perché responsabile in massimo grado di trent’anni di potere democristiano di gestione dello Stato e di tutto quello che ha significato per i proletari. Il problema al quale la DC deve rispondere è politico e non di umanità; umanità che non possiede e che non può costituire la facciata dietro la quale nascondersi, e che, reclamata dai suoi boss, suona come un insulto.

Nei campi di concentramento dello Stato imperialista ci sono centinaia di prigionieri comunisti, condannati alla “morte lenta” di secoli di prigionia. Noi lottiamo per la libertà del proletariato, e parte essenziale del nostro programma politico è la libertà per tutti i prigionieri comunisti.
Il rilascio del prigioniero Aldo Moro può essere preso in considerazione solo in relazione della LIBERAZIONE DI PRIGIONIERI COMUNISTI.

La DC dia una risposta chiara e definitiva se intende percorrere questa strada; deve essere chiaro che non ce ne sono altre possibili.

La DC e il suo governo hanno 48 ore di tempo per farlo a partire dalle ore 15 del 20 aprile; trascorso questo tempo ed in caso di un’ennesima viltà della DC noi risponderemo solo al proletariato ed al Movimento Rivoluzionario, assumendoci la responsabilità dell’esecuzione della sentenza emessa dal Tribunale del Popolo.
2 – Il comunicato falso del 18 aprile.

È incominciata con questa lugubre mossa degli specialisti della guerra psicologica, la preparazione del “grande spettacolo” che il regime si appresta a dare, per stravolgere le coscienze, mistificare i fatti, organizzare intorno a sé il consenso. I mass-media possono certo sbandierare, ne hanno i mezzi, ciò che in realtà non esiste; possono cioè montare a loro piacimento un sostegno ed una solidarietà alla DC, che nella coscienza popolare invece è solo avversione, ripugnanza per un partito putrido ed uno Stato che il proletario ha conosciuto in questi trent’anni e nei confronti dei quali, nonostante la mastodontica propaganda del regime, ha già emesso un verdetto che non è possibile modificare.
C’è un altro aspetto di questa macabra messa in scena che tutti si guardano bene dal mettere in luce, ed è il calcolo politico e l’interesse personale dei vari boss DC. Come sempre è accaduto per la DC, i giochi di potere sono un elemento ineliminabile della sua corruzione, del suo modo di gestire lo Stato. Sono un elemento secondario ma molto concreto, e ci illuminano ancora di più di quale “umanità” è pervasa la cosca democristiana. Aldo Moro che rinchiuso nel carcere del popolo ormai ne è fuori, ce li indica senza reticenze, e nel caso che lo riguarda vede come in particolare il suo compare Andreotti cercherà con ogni mezzo di trasformarlo in un “buon affare” (così lo definisce Moro), come ha sempre fatto in tutta la sua carriera e che ha avuto il suo massimo fulgore con le trame iniziate con la strage di piazza Fontana, con l’uso oculato e molto personale dei servizi segreti che vi erano implicati. Andreotti ha già le mani abbondantemente sporche di sangue, e non ci sono dubbi che la sceneggiata recitata dai vari burattini di Stato ha la sua sapiente regia.
La statura morale dei democristiani è nota a tutti, rilevarla può solo renderceli più odiosi, e rafforzare il proposito dei rivoluzionari di distruggere il loro putrido potere. Di tutto dovranno rendere conto e mentre denunciamo, come falso e provocatorio il comunicato del 18 aprile attribuito alla nostra Organizzazione, ne indichiamo gli autori: Andreotti e i suoi complici.

 

LIBERTA’ PER TUTTI I COMUNISTI IMPRIGIONATI!

CREARE ORGANIZZARE OVUNQUE IL POTERE PROLETARIO ARMATO!

RIUNIFICARE IL MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO COSTRUENDO IL PARTITO COMUNISTA COMBATTENTE!
Per il Comunismo

Brigate Rosse

 

20/4/1978
Fonte: Archivio900