Contro la guerra imperialista. Seconda Corte d’Assise di Roma, processo “BR-Romiti” – Documento allegato agli atti di Luciano Farina e Giovanni Senzani del Collettivo Comunisti Prigionieri Wotta Sitta

Questo processo è stato istruito dallo Stato per difendere il boss Fiat Cesare Romiti, un personaggio – ben noto a tutti i proletari italiani – che ha guidato la ristrutturazione della multinazionale Fiat per tutti gli anni ’80 mandando sul lastrico migliaia di famiglie e che oggi fa parte di quel personale politico imperialista che spinge in avanti la guerra imperialista per risolvere la crisi sempre più profonda del capitalismo.

Anche Romiti è dietro ai bombardamenti che la forza multinazionale attua giornalmente contro il popolo iracheno per occupare l’area del Golfo Persico.

La guerra imperialista scatenata dall’Occidente con l’invasione del Golfo dimostra una volta di più che il capitalismo è barbarie.

La distruttività dell’attacco dell’imperialismo americano-sionista-europeo contro l’Iraq, contro il popolo arabo e palestinese, contro il Sud del mondo, è storia di questi giorni e lo sarà per molto tempo ancora. Per questo la guerra psicologica guidata dagli esperti del Pentagono tende a costruire deliberatamente lo scenario necessario per portare l’escalation militare al livello massimo.

Questa guerra è un attacco all’intero proletariato internazionale e a tutti i movimenti rivoluzionari delle aree del centro e dei continenti del Sud.

I bollettini trionfanti delle “potenze belligeranti” (USA, Gran Bretagna, Francia, Italia…) sulle decine di migliaia di bombardamenti realizzati in Iraq, non sono il pulito bilancio di una guerra tecnologica ma la disumana contabilità giornaliera degli uomini, delle donne, dei bambini arabi uccisi “in silenzio”. Il razzismo di questa guerra e della sua gestione massmediata è tale che la realtà dei morti non appare se non quando viene sparsa una goccia di sangue israeliano.

Quello che interessa alla borghesia imperialista e che viene conteggiato accuratamente è il costo delle sue macchine di guerra ad alta tecnologia e non la vita umana di intere popolazioni.

La natura reale di questa guerra è il suo carattere mondiale. Essa travalica i confini dell’area mediorientale perché oltre le ragioni concrete di controllo delle fonti energetiche, di riequilibrio di potere a favore dell’imperialismo, di depotenziamento globale della contraddizione rappresentata dalla lotta di liberazione della rivoluzione palestinese, ci sono tutte intere le ragioni della crisi strutturale capitalistica che spinge sempre più gli strateghi della borghesia a trovare soluzioni guerrafondaie.

Uno degli obiettivi è quello di ristabilire rigide leggi sulla produzione-circolazione-gestione della materia prima petrolio; un altro è quello di raggiungere con la forza la definizione e stabilizzazione del nuovo ordine capitalista mondiale forzando ulteriormente gli equilibri di Yalta a favore degli USA.

Le masse proletarie in ogni angolo del mondo hanno già capito il senso distruttivo di questa guerra e si stanno mobilitando in migliaia di manifestazioni contro di essa. Dai popoli arabi ormai in aperta rivolta contro le classi dominanti alleate dell’occidente e sempre più solidali con il popolo iracheno aggredito, ai movimenti di massa in USA ed in Europa sempre più in lotta contro la nuova estasi di potenza dell’occidente e della sua forza multinazionale. Le forze rivoluzionarie in Europa e in tutto il mondo sanno che l’unica soluzione è quella di trasformare la guerra imperialista in guerra rivoluzionaria, sviluppando in avanti i processi rivoluzionari in ogni paese e l’attacco unitario contro l’imperialismo. La molteplicità e continuità delle iniziative di attacco realizzate in questi giorni in moltissime aree del mondo (dal Mediterraneo all’America Latina, dall’Europa alle Filippine…) è un primo segnale di questa nuova coscienza internazionalista.

Come comunisti prigionieri non possiamo che essere a fianco del popolo iracheno e dell’intero popolo arabo aggredito dalla forza multinazionale e di tutti i popoli e i proletari che combattono contro la barbarie imperialista.

Contro la guerra imperialista sviluppare la guerra internazionale di classe.
Guerra alla NATO e alla forza multinazionale.
Lottare uniti contro l’imperialismo in Europa e nel tricontinente del Sud.
Consolidare il Fronte Rivoluzionario Antimperialista in Europa e nell’area mediterranea-mediorientale.

Alcuni compagni del Collettivo Comunisti Prigionieri Wotta Sitta: Luciano Farina, Giovanni Senzani

 

Roma, 28 gennaio 1991

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