Volantino relativo a una azione realizzata a Milano

Alle ore 5 del 28 settembre [1977] un nucleo di Azione Rivoluzionaria ha interrotto parzialmente le comunicazioni urbane di Milano e diffuso un volantino a nome della Confederazione. Volevamo attirare l’attenzione dei lavoratori sul problema della tortura e dei lager. Ci scusino i compagni se abbiamo vestito, ma solo per un momento, i panni luridi della segreteria confederale. Il solo pensare che gli apparati sindacali e di partito siano sensibili al problema della tortura e dei lager è peccare di grave ingenuità. Se qualche volta, nel passato, hanno agitato questi temi, l’hanno fatto solo strumentalmente; una volta associati al potere esauriscono presto i loro tratti democratici e rivelano il volto livido del potere. Domani non esiteranno a sparare sui lavoratori, come fanno già oggi contro i proletari emarginati, ammazzati come tordi su tutte le strade d’Italia, come fanno contro i compagni rivoluzionari.
Carniti lamenta lo strangolamento della democrazia e del dibattito politico operato dal compromesso storico, i socialisti scalpitano di fronte al puzzo tremendo che emana l’alleanza dei nuovi gesuiti laici con quelli clericali, ma chi può credere alle sincere aspirazioni democratiche di costoro?
Se davvero volevano la difesa, non rivoluzionaria, democratica dei diritti civili, dovevano porre un rifiuto netto agli assassinii quotidiani di proletari, alla tortura, ai lager. Un craxiano, Federico Mancini, è andato all’Asinara. Cosa ne ha ricavato? La sua preoccupazione non è stata la sorte dei detenuti politici e comuni, esposti all’arbitrio sadico delle guardie: l’Asinara ha detto, va abbandonata perché è un carcere insicuro!! Dopo tanti appelli umanitari (per salvare Moro) quando un “socialista” visita un lager a cosa si appella? all’umanità? no, alla sicurezza. Evidentemente per Mancini l’umanità è solo della borghesia, dei democristiani e degli idioti come lui. Ancora una volta sicurezza, ordine, potere sono gli idoli cui si sacrifica tutto, anche la moralità. Vi sarebbe una eccezione costituita dal neo-presidente Pertini. Si è fatto un gran parlare delle qualità morali che spiccherebbero in un uomo i cui orizzonti politici non vanno al di là del CLN di augusta memoria e la cui saggezza filosofica si sarebbe raffinata leggendo la cronaca sportiva di Antonio Ghirelli. Ma è tutto oro quel che luce?
I pennivendoli del regime hanno fatto un sacco di congetture sulle potenze straniere che sarebbero dietro il movimento rivoluzionario; di fronte a tanta malignità avanziamo anche noi una congettura che tanto maligna non è e chiediamoci, come il buon giudice Gallucci, innanzitutto chi aveva interesse alla morte di Moro. Moro era il candidato numero uno alla presidenza della repubblica. Chi erano i suoi concorrenti? Si fanno subito due nomi: La Malfa e Pertini. Pietà cristiana e moralità socialista volevano che i due concorrenti si astenessero almeno dal caldeggiare la linea di intransigenza che portava dritta al sacrificio del loro “amico” e “amato” Moro. La Malfa può dimostrare che le sue tendenze forcaiole risalivano a un periodo precedente alla cattura di Moro. È un’attenuante. Ma Pertini? Non ha scoperto troppo repentinamente la sua vocazione forcaiola? Chi l’ha spinto ad abbracciare il partito della morte, l’ala oltranzista e forcaiola del regime (PCI, PRI, DC) sino ai limiti della rottura col suo partito? forse Berlinguer, in cambio della presidenza? Oppure che si sia detto: “La Presidenza val bene una forca?”.
Altre domande si addensano alla mente. Cosa pensa la famiglia Moro del “socialista” Pertini? Gli regalerebbe una macchina blindata? e ancora: cosa ha detto veramente Craxi a Mitterrand a proposito della posizione anomala di Pertini?
Pennivendoli del regime, voi che siete capaci di trasformare Corrado Alunni nel più grande mostro del secolo, prendete il filo che vi abbiamo porto, ma per carità di fantasia non dite subito che Pertini è il mandante delle Brigate Rosse. Se volete trovare i complici dovete cercarli all’interno del più grande assassino del secolo, “l’uomo che uccise Aldo Moro”.
Compagni, facciamo nostre le indicazioni che ci vengono dai compagni detenuti all’Asinara. Essi scrivono: «In tutta l’area metropolitana il combattente antimperialista prigioniero è considerato un ostaggio nelle mani dello Stato che tende a sviluppare nei suoi confronti una duplice azione: da un lato un trattamento orientato alla progressiva distruzione della sua volontà, personalità, identità politica attraverso l’isolamento. Dall’altro il suo utilizzo propagandistico in funzione “deterrente” verso le forze rivoluzionarie e proletarie. Su tutta l’area metropolitana a questo “trattamento di guerra” il movimento rivoluzionario è impegnato a rispondere “con azioni di guerra”».
Compagni, rispondiamo al tentativo dello Stato di annientarci con altrettante misure di annientamento. Non credano i fautori della linea dura di nascondersi dietro l’ombra del generale Dalla Chiesa, né credano i fautori della linea morbida di rifugiarsi dietro le “necessità del quadro politico”. Cadranno tutti, travolti dalle macerie dei loro lager di Stato.

IL FALSO VOLANTINO DELLE CONFEDERAZIONI SINDACALI
PROCLAMATA DALLA FEDERAZIONE C.G.I.L. C.I.S.L. U.I.L. GIORNATA PROVINCIALE DI LOTTA CONTRO LA TORTURA, LE CARCERI SPECIALI E LA SVOLTA REAZIONARIA CHE SI VUOLE IMPORRE AL MOVIMENTO SINDACALE.
LAVORATORI,
la segreteria della Federazione CGIL/CISL/UIL vi chiama ad una giornata di lotta contro la svolta reazionaria in atto nel Paese.
Facciamo nostre le parole di Pierre Carniti: “Siamo in presenza di una svolta che tende a strangolare la Democrazia e il dibattito politico, e far divenire lo Stato onnipotente, di un tentativo, da parte di alcuni partiti d’imporre una svolta moderata al Sindacato”. Una volta che il partito si è fatto Stato, è nella sua logica perversa trasformare il Sindacato in una cinghia di trasmissione. Di qui “il ridimensionamento della contingenza, la regolamentazione dello sciopero e le precettazioni”, di questo passo ci avviamo a una situazione tipo est-europeo, in cui gli apparati di partito dominano incontrastati con la polizia e l’esercito, su milioni di lavoratori e la dissidenza segregata nei manicomi e nelle carceri, viene praticamente annientata.
La Segreteria Confederale non può non denunciare i pericoli insiti in questo processo che ha di fatto portato anche in Italia alla legalizzazione della tortura contro i dissidenti. I fatti di Puteano, di Alcamo, di Roma, fra gli altri, stanno a dimostrare come la tortura stia divenendo prassi normale contro i dissidenti.
I Sindacati non possono, inoltre, ignorare quanto sta avvenendo nelle carceri. Non possono accettare le distinzioni a dir poco bizantine, fra carceri punitive avanzate e lager a proposito dell’Asinara. Infatti, quando un detenuto è costretto in una cella 22 ore su 24 e le due ore d’aria le passa in un cubicolo coperto da una rete metallica tipo gabbia vietnamita, si trova in un lager o in un carcere punitivo? Se ogni protesta viene punita con pestaggi fino ai limiti dell’esistenza, cosa dovremo pensare? Prima di parlare di lager dovremo forse attendere catene di “suicidi” come a Stammhein? In Italia abbiamo già avuto l’esperienza del manicomio di Aversa.
Continuare a tacere su questi punti significherebbe dare il proprio avallo a questa svolta reazionaria i cui fautori sono purtroppo presenti all’interno del Movimento Sindacale.
Continuare, infatti, a negare l’esistenza di detenuti politici in Italia, come è stato fatto da certi leader sindacali, significa appoggiare questo processo liberticida, oltre che negare l’evidenza; infatti, se non esistono detenuti politici, che senso ha la legge che li discrimina dai detenuti comuni e richiede per essi un trattamento speciale?
A forza di negare l’evidenza ci troveremo coinvolti in un processo che con la libertà distrugge anche la verità.
COMPAGNI LAVORATORI, NOI VI CHIAMIAMO AD UNA GIORNATA DI LOTTA PER L’ABOLIZIONE DELLA TORTURA, DEI LAGER, PER RINTUZZARE QUELLA SVOLTA REAZIONARIA CHE VUOLE UN MOVIMENTO SINDACALE SUCCUBE, INERTE OLTRE CHE CIECO E OTTUSO.
SMASCHERIAMO I REAZIONARI CHE SI ANNIDANO NEL MOVIMENTO SINDACALE E VOGLIONO LA SUA MORTE!
ISOLIAMO GLI STRANGOLATORI DELLA DEMOCRAZIA E DEL DIBATTITO POLITICO!
METTIAMO IN CONDIZIONI DI NON NUOCERE LE SPIE DEL NUOVO STATO!
La Segreteria milanese della
Federazione CGIL-CISL-UIL

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